Finale indigesto, ma voltiamo pagina



Foto di squadra per la Casertana (Foto Giuseppe Scialla)
Foto di squadra per la Casertana (Foto Giuseppe Scialla)

Nasce oggi una nuova rubrica dedicata alla Casertana. Le ‘Osservazioni di un cronista qualunque’ racconteranno le ultime vicende di casa rossoblù da un altro punto di vista. E’ con grande onore poter ospitare all’interno della nostra testata il collega del Mattino Riccardo Marocco, firma storica del giornalismo di Terra di Lavoro. L’amico Riccardo ogni mercoledì focalizzerà l’attenzione su ciò che è accaduto nelle ultime ore. Non sarà cronaca, ma considerazioni di un autorevole addetto ai lavori che da anni occupa un posto di rilievo all’interno della redazione del principale quotidiano campano. Ecco la prima puntata.

«Rigore è quando arbitra fischia» diceva il compianto maestro Vujadin Boskov riferendosi ai rigori non assegnati a dispetto dell’evidenza. “Partita è finita quando arbitro fischia tre volte”, aggiungiamo invece noi, quando un risultato viene definito proprio allo scadere del recupero assegnato dal direttore di gara. Un modo, più che altro, per il tifoso per farsene una ragione di una vittoria (ma anche un pareggio) sfumata proprio quando il match sta per esalare l’ultimo respiro. Che ci sta, insomma, che una partita cambi il suo risultato appena prima del fischio finale. Fa male, veramente male, vedere evaporare un successo in circostanze del genere. E allora la mente va a ritroso, quasi a riavvolgere il nastro del tempo alla ricerca di un qualsiasi mezzo, lecito o meno, che avrebbe potuto evitare un finale negativo. Vai a rivedere mille e una volta il replay del gol per individuare eventuali o presunti colpevoli di una rete che, come quasi tutte del resto, si sarebbe potuta evitare. Alla fine, però, ti resta in mano solo delusione e la realtà dei fatti ti costringe a incassare e fartene una ragione che è l’obiettivo, peraltro, che si propone di raggiungere la frase precedentemente coniata. Il fatto è che esistono anche le situazioni diametralmente opposte. Stavolta, una vittoria maturata proprio al fotofinish (vedi Chiavazzo ad Aversa lo scorso campionato), ma nella psiche umana, più incline al pessimismo, tornano più facilmente a galla gli episodi negativi. Perché il senso di frustrazione sale inesorabilmente, mentre nel caso opposto al massimo ci scappa un sorriso quando l’episodio ti ritorna in mente. La Casertana, poi, negli ultimi due campionati si trova a subire gol al 93′ entrambe le volte alla seconda giornata (lo scorso anno “l’ingrato” compito toccò al Cosenza che violò il Pinto per 1-0). Stesso minuto e stessa giornata, questa volta nel girone di ritorno, in una Casertana-Sora della stagione ancora precedente con la rete dell’1-1 ciociaro favorita anche da un goffo intervento in tuffo del pipelet rossoblù Longobardi, oltre che di una non irreprensibile condotta della retroguardia. Insomma, cari tifosi e amici rossoblù, cercate (anzi, cerchiamo, ci metto anche vi scrive nonostante la sua figura professionale esigerebbe una certa asetticità emotiva) per quanto possibile di riporre nel cestino dei ricordi la saetta di Carbonaro, epilogo di un derby comunque vibrante con l’Aversa Normanna. Anche perché nelle ultime ore a far innervosire l’ambiente sono intervenuti ben altri argomenti. Ma su questo caso preferiamo non andare oltre. Alla prossima




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