L’estate è ancora agli inizi ma la nuova Corpora ha già preso forma. Tante le novità, con lo spostamento di sede delle gare casalinghe, la scelta del Centro di Preparazione Olimpica come sede per il ritiro, il rafforzamento della partnership con il main sponsor e la firma di tante atlete che disputeranno per il primo anno il campionato agli ordini di coach Della Volpe.
Fra tante novità ci sono però dei punti fermi, o sarebbe meglio definirli dei pilastri. Uno di questi è senza dubbio la giocatrice che per il terzo anno sarà il capitano della squadra presieduta da Tina Musto: Elena Drozina. Palleggiatrice che ha vinto tutto in carriera, dalla classe sopraffina, Drozina ha abbracciato in pieno la causa della Corpora, conquistando con la casacca bianco-blu la storica promozione in A due anni fa e l’altrettanto storica salvezza nella scorsa stagione.
Drozina, il terzo anno nello stesso club per te è un record. Ti senti un simbolo di questa società?
La scelta coraggiosa l’ho compiuta nell’estate del 2012, quando ho rinunciato a ingaggi di serie A per abbracciare il progetto Corpora in B. Allora lo feci per amicizia e per compiere una scelta di vita. Oggi è molto più facile stare qua in una società di prestigio e con grandi ambizioni. Sto benissimo e non ho difficoltà a proseguire con questa maglia, anno dopo anno.
Un’occhiata alle nuove avversarie: girone con più squadre e tante esordienti. Come sarà la prossima A2?
Ci sono tante potenziali schegge impazzite e tante squadre che partiranno come incognite. Per ora intravedo due certezze. La prima è Monza, che sta svolgendo un mercato di primissimo piano con l’ingaggio super della fortissima nazionale ceca Tereza Matuskova, mia compagna a Roma. La seconda è Rovigo, che come al solito non nasconde le proprie grandi ambizioni.
L’anno scorso ha regalato alla Corpora la gioia finale della salvezza dopo una stagione con qualche acuto ma tanta incostanza. Quali gli errori da non ripetere?
Il primo errore da non ripetere è scendere in campo senza quel pizzico di cattiveria e lucidità in più degli avversari. L’anno scorso ci è mancato questo e lo si capisce dalla montagna di set persi ai vantaggi. Quando questo accade spesso significa che ti manca quel guizzo vincente, quella goccia di energia da spendere nel finale che ti fa tagliare il traguardo un attimo prima di chi ti sta di fronte.
Al secondo anno di A l’obiettivo play off è possibile?
E’ possibile fare benissimo, molto meglio della scorsa stagione. L’anno scorso, di questi tempi, eravamo ancora nel pieno dell’iter burocratico post-iscrizione e avevamo chiuso il campionato da un paio di settimane. Da allora abbiamo acquisito esperienza ma soprattutto quest’anno il club ha avuto il tempo di sedersi a tavolino e pianificare le strategie con calma e serenità. In sede di mercato hanno lavorato tutti benissimo e le aspettative sono giustificate.