Valutare, agire e sorprendere, è stata questa la tattica utilizzata dalla Juve in questa prima fase di mercato che ha visto negli ultimi due giorni un nuovo tassello, un nuovo pezzo da aggiungere al puzzle di coach Lele Molin. Una tattica che i bianconeri hanno deciso di adottare per provare ad aggirare la concorrenza ed evitare quelle che in genere sono delle aste che non risultano essere di sicuro favorevoli alla Juve. Ne avevano parlato e dato delle indicazioni sia lo stesso timoniere mestrino che il giemme Marco Atripaldi in diverse occasioni di incontro con la stampa, sottolineando come il provare a raggiungere il prima possibilità gli obiettivi che si erano prefissati era una delle possibili tattiche di questo mercato. Ed allora ecco che ancora una volta la Juve è partita da lontano. E’ partita addirittura da giocatori che si tenevano sotto controllo nella passata stagione, un po’ perché fa parte del lavoro di uno staff tecnico e dirigenziale essere sempre al corrente e aggiornati su giocatori che potrebbero essere interessanti nel futuro, un po’ forse perché in quel presente il ruolo della shooting guard poteva essere uno dei possibili cambi o quanto meno pensieri di cambi che attanagliavano il club bianconero. Qualche contatto, qualche video in più, giro di telefonate e tavolo delle trattative che immediatamente è stato imbastito nel tentativo di arrivare subito al dunque. Di aspettare, dal canto suo, Frank Gaines non ne aveva il ben che minimo pensiero e dunque, il tutto è stato presto fatto per un altro giocatore che mette da parte la D-League, l’America e quindi le solite velleità a stelle e strisce per puntare sul Vecchio Continente e farlo da una porta di ingresso principale e non attraverso una sul retro. Già perchè quella offerta dalla Juve al talento della Florida è la possibilità di mettere subito in vetrina l’armamentario pesante. La possibilità di sciorinare il proprio talento direttamente su uno dei palcoscenici più importanti di Europa e non arrivandoci, magari come spesso accade a tanti attraverso numeri e cifre racimolate in giro per squadre di seconda fascia. Un qualcosa di già visto a Pezza delle Noci, un qualcosa che ha già premiato tanti e diversi giocatori che con la canotta bianconera sulle spalle hanno avuto la possibilità di ambire a diverse e più alte piazze proprio grazie a quanto fatto all’ombra della Reggia, cosi come dalla propria parte la Juve non ha potuto che beneficiare di tutto quello che di personale ogni giocatore ha messo in campo. Lo sa bene chi se ne è andato, ma anche chi è rimasto, con la lista che ora si allunga al fianco di coloro che avevano già dato il proprio consenso a restare alla fine della passata stagione. Stiamo parlando di Ronald Moore che ora consoce in maniera definitiva il nome di colui che lo affiancherà nel prossimo backcourt di coach Molin, stiamo parlando di Michele Vitali e Claudio Tommasini, di Andrea Michelori e Marco Mordente, ma anche di Carleton Scott. All’appello mancherebbero, dunque,. Due soli spot: quello legato alla small forward e quello al lungo di completamento del reparto insieme allo stesso statunitense e l’ex Milano ed ormai gladiatore bianconero. Due tasselli per i quali di sicuro la Juve potrà spendere tutto il tempo possibile ed immaginabile, considerando che dopo il colpo Gaines e due soli giocatori da prendere, il tempo a disposizione per vagliare qualsiasi opzione ce ne è in abbondanza. Ma un c’è un vecchio detto che dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio o chi la fa l’aspetti, quindi non è detto che Atripaldi e Molin, non abbiamo già in serbo il proprio obiettivo e che quest’ultimo possa essere centrato a breve stupendo ancora tutto e tutti.