La corsa bianconera è già iniziata. Ovviamente il percorso sul quale il club bianconero sta cercando di muovere velocemente i primi passi è quello della prossima stagione. Un percorso il cui tracciato e le cui tappe sono state immediatamente messe sul tavolo dell’ufficialità, nel corso della conferenza stampa di fine anno che Marco Atripaldi ha voluto fare per provare a spiegare un anno di lavoro, un anno di sacrifici e di passi in avanti di una società che è arrivata ad un passo dalla conquista di un traguardo che solo i più romantici tifosi ritenevano possibile: i playoff. Tappe che al momento vengono tutte raggruppate all’interno del calderone delle conferme e non conferme, dei presenti ai nastri di partenza della prossima estate come un ‘veterano’ o da ex guardando magari il prossimo raduno a Pezza delle Noci da lontano rispetto a coloro che fino a qualche tempo fa erano, invece, compagni inseparabili. Ed allora il giemme bianconero è partito dalle sicurezze. E’ partito a coloro che saranno ancora una volta i punti fermi di una squadra che di sicuro ancora una volta una connotazione molto giovane e dove l’esperienza avrà sempre la sua grande importanza. Ed allora quando si parla di esperienza, quando si parla di leadership silenziosa e non, non si può andare molto lontani dal gladiatore bianconero Andrea Michelori ed il capitano Marco Mordente. Due uomini, prima ancora che giocatori, sui quali coach Lele Molin proverà a fondare la base della sua prossima truppa. Due giocatori che in un anno difficile come quello che si è appena concluso, hanno permesso al timoniere mestrino di gestire come meglio non si poteva e senza dover parlare o chiedere troppo, situazioni delicate dentro e forse a volte anche fuori dal campo. La buona notizia per Molin, però, è che al prossimo primo giorno di scuola il numero di giocatori che avranno una idea chiara e cristallina di quel che vuol dire giocare nella LegaA tricolore, non sarà fermo a massimo a tre contando anche Jeff Brooks. Le trenta partite affrontate con il coltello in mezzo ai denti, con l’animo di chi doveva essere sempre pronto ad imparare qualcosa, sempre pronto ad ascoltare chi ne sapeva di più, hanno forgiato il corpo e la mente sia di Michele Vitali che di Claudio Tommasini. Due armi importanti nella faretra dello staff tecnico della Juve e di Molin in particolare che quindi dovrà faticare ancora di meno nello spiegare e nel pretendere il tipo di pallacanestro voluta e cercata in campo. Discorso, quest’ultimo, che acquista molto più valore se si pensa che oltre ai colori dominanti della bandiera italiani, nella prossima versione della Juve voluta e costruita da Atripaldi e Molin, c’è anche un po’ di bianco rosso e blu misti tra stelle e strisce. Due già i nomi dei conformati. Il primo è quello di Carleton Scott che ovviamente aveva anche un contratto in essere con la Juve per la prossima stagione. La sua annata, però, gli ha regalato quella fiducia da parte della società e dello staff tecnico per fare il salto di qualità passando da sostituto di lusso e giocatore da quarto periodo, a titolare nello spot di numero ‘4’. Uno spot che vedrà, dunque mancare il numero d il numero 21 di Brooks che sembra ormai destinato ad altri lidi, cosi come il 22 di Cameron Moore. Sarà pronto a guidare di nuovo questa squadra, invece, Ronald Moore che come Scott si è conquistato sul campo la possibilità di far innamorare ancora di più il pubblico bianconero. Morale della favola, sei pedine già sullo scacchiere che significano sei passi in avanti rispetto agli altri in una corsa che in questa stagione ha più volte dimostrato che avere un piccolo vantaggio rispetto alle altre conta e come quando cala il sipario sulla regular season.