«Gioca Easley senza nessun dubbio». Secca ed immediata la risposta di coach Molin alla prima domanda di quella che a conti fatti è la conferenza stampa di presentazione più importante di questo girone di ritorno. La conferenza stampa che come ha avuto modo di affermare lo stesso timoniere casertano, anticipa ‘la partita’. Tutto in quaranta minuti, tutto in un solo match, tutto in un ‘face to face’ che potrebbe essere la croce e delizia, al gioia ed il dolore di due formazioni che sognano allo stesso modo di dare un senso superiore alla propria stagione dopo la conquista della salvezza anticipata che restava il primo centro da realizzare sia in casa Juve che in casa Pistoia. «In settimana si è notato e come che la squadra era bramosa di giocare questa partita – ha continuato lo stesso Lele Molin -. Dopo la vittoria con Cremona e dopo aver visto i risultati delle altre squadre ed in particolar modo di Pistoia e quindi dopo aver preso coscienza che ci saremmo giocato tutto in quaranta minuti, tutti sarebbero scesi in campo immediatamente per chiudere questa questione al più presto possibile. Il perché? Ovvio che in questi casi l’attesa snerva, ti crea quell’ansia che non deve essere assolutamente considerata come paura di voler affrontare questa sfida e Pistoia, ma come un mettere fine ad un periodo di attesa che si stava facendo pesante. A guardarli negli occhi l’avrebbero giocata già martedì».
Una sorta di partita di playoff anticipata. O dentro o fuori…
«Siamo orgogliosi di poterlo fare, siamo orgogliosi di poterci giocare questa possibilità dopo tutti i passi in avanti che abbiamo dimostrato di aver fatto. Certo se vogliamo cercare il pelo nell’uovo, un po’ di sfortuna l’abbiamo avuta, visto che ci stiamo giocando la post season con 30 punti e dopo un girone di ritorno dove abbiamo avuto un cammino molto simile a quello di grandi squadre. Ma questa è solo una considerazione. A Pistoia ci andiamo con la voglia di vincere e con la consapevolezza di quello che dobbiamo e sappiamo fare».
La sorte ha voluto che la sua squadra si giocasse il tutto per tutto in quella fase dove avete sempre faticato: le trasferte…
«Questione questa che allunga quell’ansia di cui si parlava in precedenza, ma anche uno stimolo a rendere questi playoff ancora più meritati».
Guardando i due roster ed il tasso generale di esperienza, per una volta la Juve ha un qualcosa in più di Pistoia…
«Si però l’esperienza di Michelori, quella di Mordente, quella di Brooks a giocare questo tipo di partite, potrebbe essere compensata dal fattore campo. Un fattore campo non inteso come ostilità o paura, ma come quella spinta che in alcune occasione da ai giocatori a superare i propri limiti e noi ne sappiamo qualcosa. Ed allora in una partita come questa a fare la differenza sarà chi riuscirà a tenere il controllo mentale della situazione».
Dal punto di vista del campo, che partita si aspetta da Pistoia?
«Sono una squadra molto simile alla nostra, una squadra che a volte è più anomala che atipica specialmente quando usano Daniel da lungo nelle situazioni di pick and roll e Johnson da numero quattro. Hanno un nucleo di americani che sebbene sconosciuti hanno dimostrato di volta in volta di poter essere protagonisti di questo campionato e forse possono anche fare tatticamente qualche cosa in più rispetto a noi. Quindi per quanto ci riguarda, dobbiamo provare a fare la stessa partita di Sassari in due aspetti fondamentali: attacco equilibrato evitando errori banali e di conseguenza la loro transizione. Tutto quindi dipenderà dal nostro attacco».