«Non che l’abbiamo fatto, ma sottovalutare questa gara sarebbe stato un grave errore. Era una partita difficile da perdere e lo sapevamo». Non poteva esordire nel sottolineare quanto già aveva sottolineato nella conferenza stampa di presentazione alla partita, coach Lele Molin e cioè la difficoltà di passare da una vittoria pesante come quella a Sassari ad una sfida che sulla carta era tutta dalla parte dei bianconeri e dove solo la Juve aveva da perdere in caso di sconfitta. «Abbiamo fatto degli errori elementari – ha continuato lo stesso Molin – che minano la fiducia ma i ragazzi hanno dimostrato maturità nel portare a casa una partita difficilissima da vincere. E lo si sente anche quando abbiamo sbagliato canestri importanti da pochi centimetri. Ma nonostante tutto i ragazzi hanno dimostrato maturità nel portare a casa una partita difficilissima. Con questa siamo arrivati a quota trenta punti e sono contento. La nostra bravura al di là di come si è giocata o non giocata la partita è stata quella di non disunirci nonostante gli errori e qualche errore facile da sotto o liberi sbagliati come quella del tecnico dove non abbiamo costruito niente. Non siamo crollati, siamo rimasti nella partita fino alla fine e credo che il risultato finale ci abbia premiato e abbia premiato questa forza dei ragazzi di non lasciare mentalmente la sfida. Abbiamo prodotto tantissimo e a volte sembrava impossibile che tanti sbagliassero tiri facili. L’altra faccia della medaglia è che in questo momento questi trenta punti non riescono a garantirci la qualificazione ai playoff e quindi dovremo giocatrici il tutto per tutto nell’ultima sfida, nell’ultima trasferta a Pistoia».
Visto quello che Jackson stava facendo in uno contro uno partendo dal pick and roll centrale, ha mai pensato all’idea di passare alla zona per limitare questo tipo di azione?
«Sinceramente no e per una semplice ragione: la squadra stava cercando qualcosa su cui appoggiarsi e trovare un equilibrio. Avevamo già cambiato la nostra difesa sul pick and roll perché quella con cui eravamo partita non funzionava. Invece di cambiare tatticamente ho preferito aiutare la squadra a trovare il giusto equilibrio e la giusta formula per provare a fermare anche quella situazione e credo che nel finale e nel quarto periodo specialmente, lo si sia visto».
Ci ha messo anche tanta mobilità nel settore dei lunghi…
«Ho provato a giocare con due lunghi mobili, quando loro giocavano con i loro due lunghi e sfruttare dall’altra parte anche questa nostra mobilità e credo che alla fine questa cosa sia risultata più che decisiva, dal momento che in questo modo aprivamo il campo anche per gli esterni e liberavamo anche un po’ l’area costringendo i loro lunghi ad onorare la mobilità ed il tiro dei nostri o per trovare dei falli ed andare in lunetta in un finale punto a punto».
Aggiustamenti in difesa e lunghi mobili in attacco a parte, la differenza l’hanno fatta ancora una volta due bombe di Michele Vitali. Quanto sono state importanti, per lei, nell’economia della partita?
«Tantissimo. Ci hanno riconsegnato quella linfa vitale offensiva e quel ritmo che sembrava essere smarrito in un momento in cui eravamo anche sotto nel punteggio. La sua mano calda ci ha permesso di riaprire il match, ma soprattutto ci ha fatto respirare. Anche in questo caso come spesso mi sono ritrovato a dire in passato, bravo Michele, ma soprattutto bravo anche Moore che in quel momento è stato bravo a capire che era il suo momento e lo ha cercato con continuità».
Ed ora tutto in quaranta minuti…
«Ora ci giochiamo tutto è evidente che loro hanno il fattore campo, ma noi ce la giocheremo e vorrà dire che saranno ancora più meritati questi playoff. Non molliamo e ce la giocheremo fino alla fine col coltello tra i denti».