«Prima di parlare ed analizzare quanto è successo in campo, vorrei e ci tengo, anche se non sarei tenuto a farlo, scusarmi e spiegarmi per quel time out a poco più di un minuto dalla fine. L’ho chiamato non per prendere in giro il pubblico oppure il lavoro di Sassari, ma perché conosco questa squadra, sapevo che poteva capitare3 qualcosa e avevo bisogno di parlare con loro. Quello che è accaduto poi nel finale è la più nitida dimostrazione di quanto sto dicendo in questo momento, ma soprattutto la dimostrazione di quanto possiamo essere inesperti in determinate situazioni». Ha voluto precisare immediatamente l’accaduto coach Lele Molin entrando nella sala stampa di Sassari. Un accaduto riferito al minuto di sospensione che lo stesso timoniere casertano ha sentito il dovere ed il bisogno di chiamare nonostante la forbice larga nel punteggio tra le due squadre e l’esiguo tempo che ancora separava la Juve da quella che è stata, poi, una vittoria sensazionale. Ma come si suol dire in gergo ‘ognuno consoce i suoi polli’ e dio sicuro coach Molin aveva ,la sensazione che qualcosa potesse accadere, come poi è accaduto con i bianconeri che hanno faticato, ma tenuto con le unghie e con i denti il vantaggio accumulato. «Arrivando alla partita, invece – ha continuato lo stesso Molin passando all’analisi del match al Serradimigni – credo che la mia squadra si sia superata per ben 35 minuti. Prima di scendere in campo e durante tutta la settimana di preparazione avevo chiesto ai miei ragazzi di avere personalità in campo, ma soprattutto di averla nello sfidare Sassari su quel terreno in cui è una delle migliori squadre di questo campionato, l’attacco. Siamo riusciti a tenere vive anche le nostre caratteristiche principali senza snaturarci troppo e a conti fatti credo che questa giocata a Sassari, sia la nostra miglior partita dal punto di vista offensivo».
C’è qualcosa o qualcuno che è andato oltre l’ostacolo e che vi ha trascinato alla vittoria finale e verso quei due punti che sanno tanto di playoff?
«Il merito di quanto è accaduto, di quanto abbiamo prodotto in attacco e in difesa in determinati momenti, è di tutta la squadra. Il nostro è stato un andare avanti di squadra passo dopo passo. Tutti coloro che sono scesi in campo hanno dato il proprio contributo e fatto ciò che gli è stato chiesto. Per quanto riguarda i due punti è fuori dubbio che ci rendono contentissimi, ma per la sicurezza dobbiamo aspettare ed affrontare le prossime due partite con la massima concentrazione».
L’entusiasmo e la leggerezza possono essere state due armi importanti?
«Di sicuro il nostro entusiasmo era stato limitato fortemente dalla vittoria di Pistoia a Roma. Questo perché ci rendeva consapevoli che questa partita diventava un crocevia fondamentale per la post season».
Se dovesse indicare quelli che sono i punti tattici su ambo i lati del campo che hanno girato il match a vostro favore, quale indicherebbe?
«Di sicuro abbiamo lavorato bene in difesa evitando di concedere loro tiri aperti da tre punti. Ma se volessimo fare uno scout preciso della partita, credo che la chiave sia stata concedere molto meno a Sassari in termini di contropiedi rispetto a quanto fa di solito in casa. Questo è stato possibile non con la difesa, ma con l’attacco. Io credo che per evitare che Sassari vada tanto in contropiede in attacco bisogna essere concentrati, equilibrati e produttivi sia in termini di numeri che di scelte e noi lo siamo stati, costringendo loro a giocare più a difesa schierata. Per questo dico che la nostra è stata una vittoria corale, perché tutti sono stati capaci di giocare un attacco equilibrato, produttivo e razionale, tranne che negli ultimi cinque minuti, dove forse credevamo poco a nostri occhi guardando il tabellone ed il vantaggio che avevamo contro una squadra così forte».