«Nonostante qualche piccola differenza anche di rotazioni vista l’assenza di Tommasini ed anche qualche piccola sofferenza in più rispetto alla sfida giocata a Bologna contro la Virtus, possiamo dire che quella che abbiamo messo in scena a Varese è stata una partita dove purtroppo si sono ripresentati i nostri limiti da trasferta. Ancora una volta nei momenti cruciali del match non siamo riusciti a piazzare il colpo decisivo ed allungare quanto avevamo fatto ad un certo punto fino alla sirena finale». Dritto al sodo il commento e l’analisi dell’assistente in panchina di coach Molin, Sergio Luise, sulla sconfitta – la decima – di questo campionato, l’ennesima in un 2014 che ancora non riesce ad esultare per un risultato eclatante dei bianconeri quando si tratta di scendere in campo lontani da Pezza delle Noci. «Giocare nei e contro i contatti di difesa schierata che in sfide ad alto livello di intensità come le ultime due giocate, possono essere paragonate al clima playoff – ha continuato lo stesso coach natio di Terra di Lavoro – è il nostro limite principale. Dobbiamo fare un passo in avanti da questo punto di vista e tenere alta la nostra qualità ed intensità di gioco nonostante tutto, ma purtroppo non ci siamo riusciti. Cosi come non siamo riusciti negli stessi momenti ad arginare, cosi come avevamo fatto in precedenza, gli attacchi individuali di Banks e di Sakota che nel finale hanno fatto la differenza. Questa sconfitta pesa, ma non è certo decisiva per il nostro cammino e quindi per il sogno della post season».
Ancora una volta vi è mancato quel tratto per chiudere il cerchio. Eppure dall’inizio dell’anno la squadra in trasferta è migliorata tantissimo, ma non riesce a completare l’opera…
«Senza ombra di dubbio guardandoci indietro possiamo dire di aver fatto tanti miglioramenti e tanti passi in avanti. In questo percorso di crescita, però, non possiamo non tenere conto delle variabili e degli intoppi che lo hanno rallentato e ad un certo momento stoppato. In corso d’opera abbiamo dovuto cambiare l’asse play-pivot e questo ci ha tolto quel periodo di tempo necessario per continuare a guardare avanti partendo da un punto più avanzato, invece di tornare un attimo indietro e ripercorrere un tratto che avevamo già fatto. La stessa crescita stagionale, poi, va rapportata anche rispetto all’obiettivo prefissato e rispetto alla salvezza credo che questa squadra di passi in avanti ne abbia fatti non tanti ma tantissimi, costringendo appunto se stessa a porsene un altro di obiettivo. Ora manca solo un ultimo sforzo per il sogno dei playoff e sono sicuro che le due sconfitte di Bologna e Varese possano essere due momenti di grande esperienza per il futuro».
Ora la pausa per l’All Star Game, una settimana in cui scaricare tutte le tensioni nervose di una domenica agonistica…
«Sinceramente penso che questa pausa ci giovi e non poco. Sono tante settimane a partire da Roma passando per Avellino e Brindisi in cui la pressione specialmente mentale di partite importanti non solo dal punto di vista della classifica, ma anche dal punto di vista emozionale, si era fatta pesante. Ora possiamo svuotare la mente, ricaricarci fisicamente per poi presentarci alle ultime quattro ed iniziare il nostro percorso verso la post season».
A prescindere che il nome dell’avversario post All Star Game sia Siena, la prossima gara casalinga, assume un valore ed un peso non indifferente?
«ha valore e peso soprattutto perché se vogliamo continuare a viaggiare in questa posizione, dobbiamo quanto meno tenere il fattore campo e provare a pareggiare e costeggiare quel 50% di bilancio che ci ha portato fino a qui. Il nome dell’avversario poteva essere qualunque, ma non ci cambia che in casa dobbiamo vincere anche perché sapere di affrontare Sassari dopo una cvittoria e sempre meglio che dopo tre sconfitte consecutive».
Altro appuntamento che salterà Tommasini?
«Quello accorsogli è un infortunio particolare e fastidioso che necessita di riposo assoluto. Claudio ha già iniziato le prime terapie e tra 15-20 giorni ci sarà il consulto del medico per capire lo stato in cui verte l’infortunio stesso».