«Se guardiamo la sconfitta di Bologna all’interno dell’ottica di quanto è accaduto davanti e alle nostre spalle, allora non è un semplice peccato ma di più. Portare a casa quei due punti, infatti, avrebbe significato dare uno scossone importante alla nostra classifica, ma metterci davanti a squadre che invece avevano rallentato». E’ partita dal lato più amaro della sconfitta di Casalecchio, l’analisi di coach Giacomo Baioni. Un’analisi che ha attraversato tutto il match alla Unipol Arena ed è arrivata fino alla prossima trasferta ovvero fino al peso che, purtroppo, questa sconfitta avrà tra sette giorni. «Insomma guardando quello che è stato il nostro cammino fino a questo momento è un’occasione persa, ma della quale dobbiamo comunque riconoscere i meriti della Virtus che dopo un periodo non brillantissimo è riuscita ad approfittare di ogni singolo momento in cui noi siamo venuti meno e quindi alla fine ha meritato di vincere».
Meriti di Bologna, ma tutto sommato era una sfida non molto lontano dalla portata di questa Juve e soprattutto di quella ammirata una settimana fa…
«Di sicuro Bologna è una squadra alla nostra portato e quindi era nelle nostre corde poter vincere questa partita e lo abbiamo dimostrato anche nel primo tempo in cui abbiamo fatto molto meglio. Poi però non siamo riusciti a portare la nostra qualità difensiva sui tutti i quaranta minuti di partita concedendo qualcosa sia nei secondi tiri, che nelle difese individuali. Con questo voglio dire che brava Bologna ad andare a prendersi determinati tipi di palloni, ma che noi abbiamo peccato sul lavoro di taglia fuori e concesso qualcosa di troppo negli uno contro uno. Il tutto poi è andato a completarsi con quanto è avvenuto in attacco. Dall’altra parte, infatti, a differenza di quanto eravamo riusciti a fare nel primo tempo, nel secondo abbiamo affrettato ed accelerato alcune soluzioni ed alcune azioni che poi hanno generato il vantaggio della Virtus. Un peccato anche da questo punto di vista, considerando l’ottima prova di Ronald Moore. Nel momento in cui abbiamo subito il sorpasso, non dovevamo perdere la calma, ma continuare ad attaccare come avevamo fatto, ed invece, siamo usciti fuori ritmo di tempo e di scelte».
La nitida dimostrazione è stato un attacco casertano ordinato e variegato nei primi venti minuti e solo dalla lunga distanza con percentuali che si abbassavano nella seconda parte…
«Direi che questa può essere la fotografia più eloquente di quanto è successo nel secondo tempo».
Volendo spiegare questo cambiamento tra primo e secondo tempo, come lo spiegheresti?
«Diciamo che forse siamo andati all’intervallo dopo un ottimo primo tempo fatto di una buonissima pallacanestro, con un vantaggio che non rispecchiava esattamente la differenza che c’era stata in campo fino a quel momento. Tornati in campo abbiamo avuto la possibilità e l’occasione di chiudere ed ammazzare la partita, ma abbiamo commesso degli errori che hanno prodotto l’inverso. In quel momento inconsapevolmente ti metti pressione da solo e non solamente per la partita, ma anche per quell’obiettivo che vedi li davanti e che darebbe un sapore ed un valore diverso alla nostra stagione. Ed allora quando vediamo che il tutto non si sta incanalando nella maniera migliore, affrettiamo le nostre scelte e ci snaturiamo».
Quasi come dire che una vittoria scaccerebbe via questa pressione e renderebbe tutto molto più tranquillo in trasferta?
«La vittoria chiuderebbe il cerchio delle prestazioni che abbiamo fatto nelle nostre ultime uscite lontano dal Palamaggiò. Riuscire a vincere metterebbe il punto esclamativo al lavoro ed ai passi in avanti che abbiamo fatto e che forse meritano anche un successo. Ora però ne dobbiamo fare qualcuno in più, perché siamo tutti consapevoli che per raggiungere la post season necessitiamo di un colpo on the road».
Quindi una ulteriore piccola pressione sulle spalle della prossima partita a Varese?
«Purtroppo si, ma è anche la normalità. Più ci si avvicina alla fine della regular season, più i punti e le partite pesano. Le sconfitte anche, ma abbiamo pure la consapevolezza di andare su un campo difficile, ma affrontando una squadra che possiamo battere con una grande risposta di maturità e di crescita».