E’ stato avversario dei falchetti, giocatore e anche una parentesi di allenatore. Ciro Muro, talento cristallino, campione d’Italia col Napoli di Maradona, non dimentica il suo passato in vista di Monopoli-Casertana.
Mister partiamo dagli inizi. L’esordio in A col Napoli nel marzo ’84. Poi la comproprietà col Monopoli.
“Arrivai in Puglia giovanissimo e fu un’annata bellissima, piena di soddisfazioni. Eravamo un gruppo eccezionale e a distanza di tanti anni i tifosi ancora si ricordano di me. Quando andammo a giocare con la Mariano Keller mi riservarono uno striscione commuovente. Tutto davvero straordinario. Concludemmo al sesto posto accedendo alla fase nazionale della coppa Italia. Traguardo molto ambito perché all’epoca incontravi club di A e B fin dal primo turno. Esordì anche in nazionale di C e al termine di quell’annata fui ceduto al Pisa in serie A per poi tornare al Napoli l’anno del primo scudetto”.
A Caserta invece arrivò a fine carriera con la squadra in D.
“Qualcuno scrisse che ero andato con i falchetti a prendere la pensione e invece feci molto bene ricoprendo per quattro partite anche il ruolo di allenatore. C’era Tilli alla presidenza che poi scelse Rambone per la panchina perché io volevo ancora giocare. Purtroppo poi a novembre ci furono tante partenze e non riuscimmo più a lottare per il vertice. Conservo però un ottimo ricordo anche di Caserta e mi sono fatto volere bene proprio perchè mi sono sempre comportato da professionista”.
Casertana che qualche anno prima aveva affrontato in B…
“Un campionato indimenticabile. Ero a Taranto e ricordo ancora quello spareggio di Ascoli in cui ci salvammo dopo i supplementari. E dire che due settimane prima avevamo perso 3-0 al Pinto. Poi nell’ultima giornata vincemmo a Piacenza e io realizzai il rigore fatto battere tre volte dall’arbitro. Quella vittoria poi ci permise di agguantare lo spareggio”.
Il campionato della Casertana è stato avaro di soddisfazioni fin qui. Una stagione deludente?
“Diciamo che hanno avuto un po’ di difficoltà in un’annata particolare in cui non tutto è andato come doveva. Caserta ha un pubblico di categoria superiore che può trascinare la squadra e portarla in altre posizioni. Quest’anno invece le cose sono andate diversamente ma ritengo che il ritorno di Iori potrà dare la spinta decisiva in ottica salvezza”.
Il Monopoli invece in meno di un anno è passato dal rischio retrocessione al terzo posto.
“Stanno facendo qualcosa di strepitoso perché per gran parte dell’anno si sono ritrovati anche al secondo posto. E’ una società che porto nel cuore, è stato il mio trampolino e spero di poterla vedere lottare per qualcosa di importante. Sono due club importanti perciò vinca il migliore”.
Volata promozione. C’è una campana in lotta, l’Avellino può mettere la freccia?
“Penso proprio di sì. Il Cerignola ha un organico importante, ha il vantaggio minimo di un punto ma parliamo di un Avellino che ha una grande tradizione, un pubblico da serie A e un organico in grado di vincere il campionato. Con l’entusiasmo, il calore e la voglia di vincere, hanno davvero tutto per centrare l’obiettivo. Penso che nelle prossime giornate arriverà il cambio al vertice e da campano mi auguro di poter rivedere quella piazza in B”.