Fari puntati sulla Virtus Liburia. La società casertana reduce dal play-out della scorsa stagione, ha clamorosamente iniziato questo campionato con un bottino impressionante di 8 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta. Con 5 gol subiti, i “black-gold” sono la migliore difesa del campionato e ricordiamoci, ancora una volta, l’obiettivo principale di questa squadra: la salvezza tranquilla senza passare per gli infernali spareggi. Considerando che il mercato estivo non ha per niente stravolto la squadra, dunque una rosa praticamente identica a quella dell’anno scorso, il miracolo è servito anche grazie all’allenatore Dino Pezzella. Il tecnico ex Viribus Somma ha già messo in cascina lo stesso numero di vittorie dell’intero campionato scorso. Il successo numero otto della scorsa stagione arrivò il 20 Aprile. Con Pezzella il successo numero otto è arrivato l’11 Ottobre contro la Blue Devils con addirittura 6 mesi di anticipo. Oggi ai nostri microfoni cercheremo di capire qualcosina in più di un vero miracolo anche perchè oltre la rosa identica, è rimasto invariato anche il limitato budget tra i più bassi dell’intera Promozione. Mister, partiamo dal pareggio interno contro una squadra solida e collaudata come la Neapolis.
Che partita è stata?
“La Neapolis è una squadra quadrata che riparte bene, in un campo aperto ti fa male. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, in cui forse abbiamo sbagliato tanto e abbiamo preso gol nel nostro momento migliore. Siamo riusciti a riprendere la partita e questa è la cosa fondamentale secondo me. Siamo andati in svantaggio solo con la Sangiovannese dove abbiamo perso senza riuscire a raddrizzarla. C’è stata questa reazione d’orgoglio dove alla fine il pareggio è stato il risultato più giusto. Entrambe le squadre hanno cercato di vincere in ogni momento. Mi prendo le cose positive: la reazione e il fatto che quando non si vince è importante non perdere”. Prossimo impegno altrettanto difficile, trasferta contro un rinforzato Cellole”.
Come la preparerà?
“Trasferta insidiosa perchè il Cellole è una squadra costruita per fare un campionato di vertice. Indipendentemente da ciò che dice la classifica attuale, i valori di partenza sono altri. Sappiamo benissimo che il nostro obiettivo stagionale è la salvezza. Affronteremo la partita con il massimo rispetto sapendo che giocheremo contro una delle corazzate del girone. Hanno cambiato guida tecnica da poco (Mazziotti n.d.r.), un allenatore esperto e navigato che sicuramente riuscirà a mettere in campo una squadra che valorizzi le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Sarà dura, dovremmo gettare il cuore oltre l’ostacolo. Sarebbe superficiale fare nomi in questo momento ma nelle ultime gare abbiamo notato prestazioni di alto livello da parte dell’esperto estremo difensore Raffaele Granata. Che apporto sta dando? Raffaele fa un altro sport, non è calcio. Per me è qualcosa di più di un calciatore, un supereroe. Avere il suo apporto è fondamentale. Significa avere fiducia, sentirsi con le spalle coperte. Fuori discussione dire che avere Granata tra i pali ci garantisce una tranquillità per la quale possiamo attuare il calcio offensivo che stiamo giocando”.
Avete subito solo 5 gol, miglior difesa del campionato. Ma allo stesso tempo il vostro non è un calcio difensivo. Come lo spiega?
“Cerchiamo di iniziare a difenderci dagli attaccanti, dall’area di rigore avversaria. La fase difensiva è un discorso di organizzazione, qualcosa che investe tutta la squadra e dipende direttamente da come fai la fase offensiva. Sarebbe un discorso tatticamente anche lungo diciamo che cerchiamo di difenderci attaccando”.
Teme un possibile crollo mentale in caso di sconfitte e momenti difficili?
“No. Non dobbiamo guardare al vertice, dobbiamo fare il nostro calcio e salvarci. Fin quando non abbiamo i punti necessari ragioniamo di aria fritta. La squadra sa che è bello stare lì sopra, ma ci siamo arrivati con il sacrificio e dovremmo continuare moltiplicando le energie. A inizio campionato ci davano retrocessi poi hanno iniziato a parlare di noi come una squadra organizzata. Adesso pensano che possiamo restare in altro, ma questo non ci deve distogliere dall’obiettivo. Allo stesso tempo, lo step successivo se raggiungeremo presto i punti salvezza sarà fare il nostro meglio partita dopo partita”.
Che squadra ha trovato dal primo giorno che ha messo piede a Trentola? E cosa sta trasmettendo ai ragazzi giorno dopo giorno?
“Ho trovato un gruppo di ragazzi seri, affamati, vogliosi di migliorarsi che si sono messi a disposizione già da Luglio. I risultati ci stanno dando ragione, sappiamo bene che il campionato è lungo e pieno di insidie. Dobbiamo restare saldi e lucidi perchè i periodi difficili arriveranno. Ho trovato un gruppo di lavoratori, di operai che si mettono lì e cercano di fare al massimo quello che gli viene chiesto senza mai risparmiarsi, e di questo li ringrazio. Non so cosa sto dando a questi ragazzi, lo dovranno dire loro. So che mi stanno dando tantissima disponibilità dal punto di vista umano e calcistico”.
La società sta dimostrando di avere principi e programmazione.
“Il lavoro di squadra semplifica i compiti e moltiplica i risultati e quindi non ci sarebbe nulla senza una valida squadra di collaboratori. Il direttore Nicola Cangiano ha allestito la squadra, è stato il primo a credere in questo progetto. Comunque vadano le cose la società ed il direttore hanno già vinto. Il lavoro che mi fornisce Vincenzo Cimmaruta sul campo da secondo è estremamente importante perchè va a limare quelli che poi ritengo essere i miei limiti e mi aiuta molto. Il Match Analyst Giorgio Vecchione ci aiuta visivamente a far capire ai calciatori quello che vogliamo, e Marco Cioffo da preparatore dei portieri sta dando il suo grande contributo”.
Ogni categoria ha diverse “regole” da seguire, in Promozione quest’anno quali sono gli ingredienti per restare in alto?
“In realtà non esistono ingredienti, esiste il lavoro e tireremo le somme alla fine. Possiamo metterci sicuramente lavoro, sacrificio, passione e cercare di giocare il calcio migliore possibile che possiamo fare per vedere poi dove saremo a fine stagione”.
Andrea Murolo