IL DOPPIO EX. Angelo D’Angelo presenta il derby tra Avellino-Casertana



D’Angelo (Foto Giuseppe Scialla)

Alla vigilia di Avellino-Casertana il doppio ex Angelo D’Angelo presenta la sfida del ‘Partenio-Lombardi’ attraverso le colonne del Mattino.

Chi vede favorito? 
«Penso che nel girone C ogni partita è un’incognita. C’è grande equilibrio e tutte le squadre sono molte organizzate. Nel calcio, poi, ogni gara ha la sua storia e c’è sempre un punto interrogativo quando fai un pronostico. In ogni caso l’Avellino lo vedo molto favorito rispetto alla Casertana anche perché in questo momento, soprattutto sotto il profilo mentale, ha recuperato ed è in grande crescita».



Irpini sempre tra i favoriti per la vittoria del campionato. I falchetti, invece, rispetto all’anno scorso hanno ringiovanito la squadra. Cosa ne pensa? 
«Il presidente della Casertana D’Agostino è molto in gamba, sa il fatto suo. Ho conservato un ottimo rapporto con lui. Ha cominciato con un progetto nuovo, ha deciso di rifondare cambiando allenatore e direttore sportivo e costruendo una squadra giovane. In un progetto del genere lo scoglio più complicato è il primo anno. Con la crescita della squadra, le cose andranno meglio nelle stagioni successive. L’importante è che la piazza ne sia consapevole».

Ha seguito la Casertana in quest’avvio di stagione. Che idea si è fatto?
«Conosco Manuel Iori, lui ha tanta voglia di far bene e propone delle idee spesso innovative. Sono idee però che, soprattutto in questo girone, a volte vengono premiate e in altre purtroppo no. In un campionato come quello del girone C in alcune occasioni devi essere pronto a posare il fioretto e usare la sciabola. È un torneo molto complicato in cui si affrontano squadre con cui delle volte è necessario essere brutti per portare a casa il risultato».

I falchetti hanno anche tanti giocatori di categoria che questo campionato lo hanno giocato tante volte. Qual è il loro ruolo in quest’annata? 
«Ricordo la mia ultima stagione alla Casertana. Non era una situazione molto diversa da questa. Noi più esperti cercavamo di trascinare i più giovani. Anche quest’anno tocca a quelli che hanno giocato di più in passato fare la differenza. Devono essere i leader e caricarsi la squadra sulle spalle».

Il suo futuro invece? 
«Alla fine ho accantonato l’idea di lavorare come direttore sportivo ed ho scelto di fare l’allenatore. Sto studiando molto e seguo i campionati. Ho tanto entusiasmo e voglia di cominciare ma non voglio sbagliare il primo passo. Ho rifiutato alcune offerte e mi sto guardando intorno».

È stato accostato anche alla Primavera dell’Avellino. Conferma? 
«Si siamo stati vicinissimi. È un incarico che avrei accettato con grandissimo piacere. Poi la società ha scelto una soluzione interna».


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