Il suono della sirena, la gioia della Lazio per la promozione in A1, ma tutto intorno è un assordante silenzio. Le facce stanche e incredule delle spartane dopo la sconfitta (7-9) casalinga che ha fatto svanire il sogno dell’A1. Il tempo di togliersi le calottine, uscire dalla vasca e intravedere le prime lacrime. Tutte senza parole e con gli occhi lucidi. Un po’ come la canzone di Ultimo perchè come il testo così malinconico, anche i volti delle gialloverdi sono di chi ha capito di dover attendere un altro anno per riprovare a tornare in massima serie. La disperazione del capitano Simona Abbate, la rabbia di Daria Starace e quegli sguardi nel vuoto del tecnico Occhiello e del team manager Serena Masciandaro che non possono ancora credere a quanto accaduto. La promozione sfiorata appena. Sembra un incubo, il peggiore degli sportivi. Arrivare a un passo dal traguardo e non vincere. Ma è la triste realtà. Sì perchè bisogna essere onesti e sportivi: la Lazio ha meritato la promozione. E’ uscita sconfitta da gara uno di misura dopo aver incassato il gol di Maioriello e aver perso Rambaldi (metà squadra) per gioco violento. Non c’è stata partita in gara 2 col Volturno sempre a rincorrere e capace di sbagliare tutto e di più. E poi quella di oggi in cui è emersa la freddezza di una squadra che non ha accusato la pressione di dover vincere a tutti i costi. Quella pressione che è costata invece molto cara alle gialloverdi. Il resto lo ha fatto Gaia Acerbotti assoluta mvp della serie e gli errori delle sammaritane. Inutile soffermarci sui disastri arbitrali. Quelli hanno inciso, indubbiamente, ma con la miriade di occasioni non sfruttate in attacco, il Volturno esce dalla contesa pieno zeppo di rimpianti. Probabilmente le tre settimane di inattività hanno fatto perdere un po’ di ritmo alla squadra. Invece la Lazio che è riuscita a sovvertire il pronostico anche nella serie contro Bologna, ha mantenuto un equilibrio mentale e fisico che alla lunga ha fatto la differenza. Ma a queste ragazze non si può che dire brave. Ott mesi di allenamenti e sacrifici, sei di partite. Un viaggio iniziato a gennaio pieno di aspettative. Emozionante fino alla fine. Fino a oggi quando il suono della sirena ha messo fine alla stagione 2024. C’era lo champagne pronto ad essere stappato, bandiere al vento e tutto pronto per una grande festa. Per il ritorno in A1 del Volturno dopo ben dodici anni di assenza. E allora tutto rinviato di dodici mesi quando gli anni di assenza dall’A1 saranno 13. Per la serie w la scaramanzia. Forse era scritto che doveva andare così. Forse era scritto c’era bisogno di soffrire ancora di più per rendere ancora tutto più straordinariamente emozionante. E forse c’è quel lieto fine da scrivere rinviato alla prossima estate. Per ora restano i ringraziamenti ad un gruppo che ha onorato i colori gialloverdi fino alla fine ed è stato capace di vivere più vite in una sola partita. Il lungo viaggio per ora finisce qui, grazie per ciò che ci avete fatto vivere. Oggi abbiamo un po’ tutti gli occhi lucidi e cuori fragili. Ma forse il bello deve ancora venire…