Prosegue il nostro viaggio nel passato di Avellino e Casertana che lunedì sera si affronteranno al ‘Partenio-Lombardi’ per il derby campano della 27ª giornata. Tra i tanti doppi ex microfono ad Andrea Manzo, centrocampista di grande qualità che ha giocato due stagioni in Irpinia e Caserta.
Hai giocato ad Avellino e Caserta tra l’89 e il 93’. Che ricordi hai di quelle esperienze?
“Indelebili, bellissimi perché parliamo di un gran bel periodo calcistico. Ricordo di Caserta il pareggio a Nola che non fu preso molto bene dal presidente Cuccaro. Si infuriò tantissimo perché per lui dovevamo vincere a tutti i costi. Poi a quattrocchi gli promisi che saremmo andati ugualmente in B e così fu anche se in quel momento il presidentissimo era davvero seccato. Ad Avellino invece appena arrivai fui ‘battezzato’ da Costanzo Celestini che si finse giornalista e chiuse la serie di domande con una grande pernacchia. Fu un modo per farmi rompere il ghiaccio e lo apprezzai perché fu uno momento goliardico ben preparato”.
Il calcio di una volta era completamente diverso. Molto più tecnico, meno veloce. Ti ci rivedi nel calcio di oggi?
“Sono cambiati alcuni modi di giocare. Una volta le difese giocavano a uomo ed era più difficile fare gol. Oggi i difensori riescono a costruire l’azione e ci sono ritmi differenti. Sicuramente mi sarei adattato al calcio attuale così come calciatori di oggi sarebbe stati perfetti per il calcio di una volta. Semplicemente perché chi gioca a certi livelli può giocare ovunque”.
Due grandi piazze che si sono affrontate anche in serie B. Lunedì sarà una gran bella partita al Partenio-Lombardi.
“Entrambe hanno storia, tradizione e dopo i momenti difficili hanno avuto la forza di rialzarsi. Dalla loro hanno un pubblico caldo, passionale, presente. Avellino e Caserta hanno le stesse caratteristiche e sarà una partita forse molto tesa, molto sentita e quindi potrebbe essere poco spettacolare. Ci sono punti in palio pesanti per entrambe”.
Anche se a distanza, segui la serie C e se sì che idea ti sei fatto delle due squadre?
“Sono squadre che hanno la storia, tanta voglia di riemergere e mi auguro che riescano a raggiungere entrambe gli obiettivi prefissati. Magari una direttamente in B e l’altra vincente ai playoff”.
Dopo le esperienze da allenatore in Italia ti sei affermato come tecnico in Svizzera. Oggi responsabile tecnico di una squadra femminile. Come procede la tua carriera?
“Sono arrivato in Svizzera grazie a Pastorello e mi sono stabilito qui per allenare. Ora sto facendo il responsabile tecnico di una squadra femminile ed è un’esperienza che mi piace molto. C’è molto entusiasmo e tanta voglia di imparare”.
Hai mai pensato di allenare un club in cui dove hai militato da calciatore?
“Ho avuto la fortuna di giocare in grandi club e mi piacerebbe allenare dove ho giocato anche perché sono squadre davvero importanti che tutti vorrebbero allenare”.
Un messaggio alle tifoserie di Avellino e Casertana che sono anche gemellate.
“Li devo ringraziare perché sia a Caserta che Avellino mi hanno regalato gioie bellissime. Spero possano divertirsi in una serata di festa e sport. Ho trascorso momenti indimenticabili e li saluto tutti con grande affetto”.