La FIGC continua a cercare la miglior soluzione possibile per far crescere il calcio italiano e ridurre i costi. Il tutto viene anticipato dall’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano
La riforma dei campionati dovrà prendere forma a stretto giro (anche se l’assemblea straordinaria dell’11 marzo potrebbe essere annullata per fornire più margine di pianificazione), ecco perchè i piani alti sono al lavoro per capire come ottimizzare format e novità da inserire.
In primis cambierebbe il numero delle squadre partecipanti ai campionati professionistici, che nelle intenzioni della FIGC potrebbe passare da 100 ad 80. Come? Tagliando un girone di Serie C e non toccando il numero di club iscritti a Serie A e Serie B.
In questo modo si avrebbe una A sempre a 20 squadre (così cadrebbe l’ipotesi di ridurla a 18), una B invariata (anch’essa da 20) ed una C con due gironi anzichè 3 da 20 partecipanti ciascuno.
Novità importanti per quanto riguarda le retrocessioni dalla Serie A alla Serie B, che verrebbero rimodulate secondo i seguenti criteri: due squadre scenderebbero di categoria direttamente, mentre terzultima e quartultima di A si giocherebbero la permanenza attraverso un playoff che coinvolgerebbe anche la terza e la quarta classificata del campionato cadetto.
Il ‘paracadute’ destinato a chi retrocederà dalla A alla B verrebbe inoltre dimezzato da 60 a 30 milioni, per non favorire eccessivamente in termini economici chi scenderà in cadetteria.
La Coppa Italia, nell’ottica di questa possibile riforma pensata dalla FIGC, verrebbe infine allargata a tutti i club professionistici ma manterrebbe il format della partita secca.