Diciotto partite per salvarsi perchè le possibilità di raggiungere l’obiettivo stagionale non sono poche come qualcuno vorrebbe far credere. Il Gladiator vive uno dei momenti più difficili degli ultimi anni ma nulla è perduto. Non si tratta di frasi di circostanza ma la realtà dei fatti. E allora analizziamo bene l’intera situazione.
UN TABU’ DA SFATARE – La vittoria casalinga manca ormai da un anno. Il 29 gennaio scorso un gol di Panaioli decise la sfida interna col Fasano. Dodici mesi senza poter gioire davanti il proprio pubblico (su cui ci soffermeremo più avanti) è un record negativo che non fa certo piacere sottolineare. Ma sta di fatto che i nerazzurri hanno avuto in questo 2023 una maggiore propensione alle trasferte con quattro vittorie esterne in 33 gare e solo una interna. Si è vinto poco sì, ma tra tante difficoltà di un campionato complicato come quello di serie D.
CHI NON CI CREDE E’ PERDUTO – Nel 1960 usciva nelle sale cinematografiche il famoso film ‘Chi si ferma è perduto’ con Totò e Peppino, ma ci permettiamo di apportare una leggera modifica. Chi non crede alla rimonta è già retrocesso. Ecco perchè nell’ambiente dirigenziale c’è la consapevolezza di dover compiere una lunga rincorsa, ma assolutamente consapevoli di potercela fare. Un motivo su tutti: la rosa è valida ed è composta da calciatori di livello superiore non solo all’attuale classifica ma anche alla categoria. Facile farsi prendere dallo sconforto quando le cose non vanno per il verso giusto. Negli occhi dei calciatori e staff tecnico c’è la consapevolezza di poter risalire. Lo si è visto anche sabato contro l’Albalonga che ha vinto sfruttando una disattenzione difensiva segnando a porta libera. Poi solo Gladiator che ha imposto ritmo all’incontro non trovando però il pari che sarebbe stato almeno un contentino per gli sforzi profusi. Stessa cosa la settimana precedente con l’Uri e lo 0-0 finale non ha reso merito alla prova sammaritana che ha dominato costruendo almeno quattro nitide palle gol.
SACRIFICI E INVESTIMENTI – Qualcuno forse dimentica che negli ultimi trent’anni mai il Gladiator aveva disputato il campionato di quarta serie per cinque anni di fila. Lo sta facendo grazie alla passione, alla tenacia e alla volontà del presidente Giacomo De Felice che da tifoso sammaritano doc non ha lesinato a investire ogni anno cifre da capogiro solo ed esclusivamente per portare in alto i colori della città di Santa Maria Capua Vetere. Grossi investimenti che ad oggi non sono stati ripagati dalla gratitudine della città e di una tifoseria che non perde occasione per contestare. E’ vero, i risultati non stanno arrivando e nell’anno del centenario ci si attendeva una classifica totalmente diversa. Ma il calcio è fatto di momenti e di stagioni no. Questa si può ancora raddrizzare ma serve la volontà di tutti, pubblico in primis. D’altra parte la dirigenza è sempre vicino alla squadra con lo stesso De Felice e l’Amministratore unico Valletta a sostenere quotidianamente i calciatori. Il ds Governucci ha rivoluzionato la rosa facendo arrivare tutti calciatori di indubbie qualità umane prima ancora che tecniche.
INDIFFERENZA E RISPETTO – Sono due fattori che stanno contraddistinguendo la stagione del Gladiator. L’indifferenza della città, di una tifoseria che evidentemente ha preferito prendere le distanze dalla squadra del cuore invece di sostenerla in un momento così complicato. Il rispetto, giusto per ricollegarci a quanto scritto sopra. Il rispetto per una dirigenza che sta cercando di operare per il bene del Gladiator, dei cento anni di storia. Il rispetto per un presidente che mensilmente alimenta la passione di un ambiente diventato però insofferente a ogni cosa. Spalti deserti, fischi e quella indifferenza che sta diventando il leit-motive di questa annata. Indifferenza riferita agli assenti perchè quelli hanno sempre torto.
SALVARE IL NATALE – C’è un Grinch che sta provando in tutti i modi a rovinare lo storico anno del ‘Centenario’. Chiaramente una figura allegorica riferita a qualcosa di superiore che sta condizionando questo 2023-2024. Troppe cose non vanno, troppe stranezze: da torti arbitrali clamorosi, palloni sfiorati e andati in porta mentre neppure con dieci tiri a partita il Gladiator riesce a fare gol. E allora è tempo di esorcizzare questa negatività munendosi magari di un bel corno anti-sfortuna. Mercoledì si chiude l’andata e l’anno sul campo del Trastevere. E sarà l’occasione per scacciare i brutti pensieri, quel Grinch che vorrebbe vedere a lungo la squadra sul fondo della classifica, ma per fortuna c’è un gruppo di lavoro che chiude gli occhi e tappa le orecchie lavorando solo ed esclusivamente per il bene del Gladiator. Con la tecnica dei Mirmidoni che alzavano gli scudi avanzando compatti come una enorme scatola di ferro. Tutti insieme per centrare la meta. E allora un successo in casa di una diretta concorrente consentirebbe ai nerazzurri di trascorrere un Natale sereno in barba a chi ha già emesso (frettolosamente) sentenze. Non è finita finchè non finisce e la strada è ancora molto lunga.