CASERTA – A distanza di ben sette anni quante cose son cambiate da quell’emozionante 6 Gennaio 2015 che portò aria di felicità a tutto l’ambiente casertano, giorno in cui la Casertana, sotto la guida di Salvatore Campilongo, sconfisse in casa l’acerrimo nemico, la Salernitana. Oltre alla felicità comportata dalla vittoria contro i nemici di sempre, ciò che suscitò emozione fu il modo in cui arrivò quella vittoria: allo scadere su calcio di rigore, concesso al 93′ per fallo di Maurizio Lanzaro su Adama Diakité, eseguito da Marco Mancosu, oggi in forza alla SPAL in serie B. Le cose son cambiate, e come se non son cambiate, per entrambe le compagini. A partire dai presidenti: da Lotito e Lombardi, le società sono passate in mano a Iervolino, notizia di pochi giorni fa e D’Agostino. In questi sette anni la Salernitana ha conquistato due promozioni, la prima avvenne proprio nel 2015, sino a poter giocare nella massima serie in questa stagione mentre diametralmente opposto è stata l’evolversi della storia degli ultimi anni del club casertano. Nella stagione 2014-2015 la Casertana, che con la vittoria del derby d’andata contro la Salernitana si era portata addirittura a quattro punti dai granata, terminò la stagione al quinto posto.
Successivamente, sono susseguite altre sei stagioni in Lega Pro/Serie C senza mai far quel salto di qualità che tutti, soprattutto in determinate stagioni, si aspettavano fino ad arrivare al finale, che tutti conosciamo, della scorsa estate. Adesso la Casertana è al sesto posto, a otto punti dalla prima della classe, nel girone H di Serie D …
ARTEFICI DELL’IMPRESA. Di quei tredici calciatori (gli 11 titolari più i due che entrarono alla ripresa) che scesero in campo nel giorno dell’Epifania di sette anni fa caratterizzata dal forte vento, solo Davide Carrus (entrato in quel match all’ 83′) si è ritirato dal calcio giocato, adesso è allenatore in seconda della formazione Primavera del Cagliari mentre tutti gli altri sono ancora in attività. L’altro calciatore che entrò alla ripresa (al 71′), Francesco Alvino, milita nel Mondragone. Solo quest’ultimo e Mancino, attualmente, militano in club della provincia di Caserta.
Per quanto riguarda l’undici titolare di quella giornata: il portiere titolare di quell’intera stagione fu il grande Ermanno Fumagalli, adesso a quasi quarant’anni difende ancora la porta del Seregno in Serie C (girone A).
La difesa a 4 era composta da: Idda, Murolo, Mattera e Bianco. Riccardo Idda, che indossò la casacca rossoblù per tre stagione adesso è in forza alla Virtus Francavilla in Serie C (girone C); negli scorsi anni è arrivato in Serie B con il Cosenza. Anche Michele Murolo gioca nel girone mediterraneo di Serie C, con la Paganese. Giuseppe Mattera, dopo la stagione a Caserta, giocò per altri due anni in Serie C con Benevento e Matera per poi scendere in Serie D, adesso è un calciatore del Team Altamura. Gianluigi Bianco, nativo di Genova, che in quell’annata lasciò il segno con delle “seggiate” da calci da fermo, da un paio di anni milita nella categorie inferiori in Liguria. In mezzo al campo come non ricordare Marco Mancosu. Due stagioni all’ombra della Reggia in cui mostrò tutte le sue qualità. Qualità che lo hanno portato fino alla massima serie, con il Lecce. Adesso è in forza alla SPAL in Serie B. Completavano il centrocampo Francesco Marano, attualmente nel Renate in Serie C (girone A) e Michel Cruciani, ora all’Unipomozia in quarta serie (girone E).
Facevano da collante tra centrocampo e attacco i due fantasisti Evangelista Cunzi e Nicola Mancino: il primo milita in Serie D (girone I) nella Polisportiva Santa Maria mentre il secondo, che nella stagione 2017/2018 tornò a vestire la maglia rossoblù, adesso gioca all’Aurora Alto Casertano. La punta era Adama Diakitè, oggi in Sardegna al Torres in Serie D (girone G).