PIEDIMONTE MATESE – Se tutta Piedimonte aspettava la sfida con la Sambenedettese per misurare le ambizioni della propria squadra, per respirare il profumo del calcio di una volta ed ammirare una delle squadre più importanti della storia del calcio italiano, i tifosi rossoblù non hanno avuto le stesse nobili intenzioni. Se Corrado Urbano al termine della gara ha affermato che “il blasone non scende in campo”, rispondendo aa una domanda di un giornalista, possiamo dire con fermezza che purtroppo, almeno in questo caso, il blasone non è salito nemmeno sugli spalti.
IL FATTO. Ha del vergognoso infatti ciò che è accaduto sugli spalti del “Pasqualino Ferrante” alla fine della gara meritatamente vinta dal Matese con il punteggio di 3-1. Dopo il fischio finale mentre i calciatori del Matese festeggiavano con i propri tifosi, i supporters rossoblù, disperati ed arrabbiati per la sconfitta contro i lupi, hanno impedito ai propri calciatori di far ritorno negli spogliatoi cominciando ad assumere atteggiamenti inaccettabili. Presi dall’ira infatti, i tifosi marchigiani hanno sradicato alcuni sediolini dello stadio e li hanno lanciati in campo verso i calciatori. Quando sono stati richiamati in tribuna, i vandali hanno ben pensato di prendersela anche con i tifosi matesini instaurando una guerriglia con tanto di lancio di bottiglie di vetro. La situazione si è risolta solo l’intervento dei carabinieri che a fatica hanno avuto il loro da fare per sedare i tafferugli.
L’AMAREZZA. Un vero peccato dunque aver rovinato una domenica di festa per vari motivi: lo stadio era stato appena ristrutturato dal presidente Rega con lavori a tempo di record alla struttura, ora vandalizzata; tanti bambini si erano presentati allo stadio insieme alle loro famiglie per ammirare lo spettacolo sul prato verde dei calciatori, e le coreografie dei tifosi sugli spalti, tifosi, che almeno per quanto riguarda quelli ospiti, si sono distinti per ben altri comportamenti. È un peccato che una gara così importante, con due squadre molto seguite dai propri tifosi, con una società così gloriosa come la Sambenedettese, possa essere macchiata da una manciata di vandali, che con il calcio non hanno nulla a che vedere. Il pallone, utilizzando un termine vicino al linguaggio degli pseudo-tifosi, non prevede la violenza e questa non può e non deve essere giustificata, mai.