Un grande attaccante che ha segnato ed emozionato mezza Italia con le sue giocate e gol d’autore. Poi da dieci anni ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore scoprendo talenti e continuando a vincere togliendosi belle soddisfazioni. Massimo Carnevale, casertano doc, ha lasciato il Napoli a giugno e ora è pronto a ripartire.
Massimo, eravamo pronti a vederti ancora sulla panchina azzurra, magari in Primavera e invece?
“E invece non è andata come tutti credevamo. Personalmente è stato un fulmine a ciel sereno. In questi anni ho fatto sempre parlare i risultati. Ho conseguito un titolo di Uefa A con un punteggio importante e mi sarei aspettato una crescita diversa. Un tecnico che ambisce a fare questo mestiere si aspetta una graduale scalata nelle varie categorie. Purtroppo a Napoli è tutto più complicato, ogni anno restavo in under 17 nonostante i grandi risultati. A fine giugno poi mi arriva una telefonata che mi comunica il non rinnovo. Credo che dopo nove anni poteva finire diversamente. Sono rimasto un po’ male anche per i modi. Ringrazio comunque il Napoli perché mi ha dato l’opportunità di farmi crescere e togliermi belle soddisfazioni. Il merito va equamente condiviso con il mio staff e se è vero che ho dato tanto al Napoli ho anche ricevuto tanto”.
Dell’esperienza partenopea cosa ti resta?
“Nove anni in un club di A non sono pochi ed è stata un’esperienza bellissima. Ho avuto apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori ed è stato svolto un lavoro egregio da parte di tutti oltre che dal sottoscritto. C’è stata crescita esponenziale dei ragazzi e molti sono stabilmente tra i professionisti. Ho valorizzato e fatto crescere Gaetano, Antonio Cioffi che faranno parlare di sé. Ma anche Iaccarino e D’Agostino che iniziano ad affacciarsi in prima squadra. Indimenticabili i playoff scudetto quando eliminammo la Juve a Vinovo. Poi in semifinale con l’Inter ce la giocammo uscendo a testa alta anche in considerazione che questi club stanziano budget per le giovanili altissimi. Poi due anni fa semifinale con la Roma dopo aver eliminato la Fiorentina e a cinque minuti dalla fine vedemmo sfumare il sogno finale. Oltre al risultato calcistico che forse in un settore giovanile passa in secondo piano, c’è stata una crescita importante ad ogni livello ed è stata un’esperienza indimenticabile”.
Adesso volti pagina e cosa c’è nel tuo futuro?
“Vorrei iniziare ad allenare in prima squadra per far conoscere le mie idee. Che sia serie C o D l’importante che sia un progetto ambizioso. Dopo dieci anni in panchina sento che è arrivato il mio momento. Sono pronto e non vedo l’ora di mettermi in gioco”.
La Casertana in queste ore ha detto addio al professionismo. Da casertano che si prova?
“Amarezza e delusione. Non voglio sapere di chi sono le colpe, ora conta tornare a fare calcio e non lasciare morire un club così blasonato. Bisogna provare a farlo in D con un progetto importante. Sono cresciuto nella squadra della mia città e non è possibile rischiare di non vedere la Casertana scendere in campo”.
Il Sindaco Marino avrà il compito di scegliere a chi affidare il futuro del calcio a Caserta. Se arrivasse una chiamata dalla nuova società?
“Le sfide mi piacciano e mi esaltano. Se arrivasse una telefonata io sarei pronto anche se le responsabilità sarebbe triplicate poiché un casertano che allena la Casertana si giocherebbe molto. Ho iniziato con la Casertana, ho finito con loro e sarebbe una favola poterla allenare”.