SANTA MARIA CAPUA VETERE – Il Gladiator si gode il meritato riposo. Dopo il rush finale vissuto a cento all’ora, i neroazzurri di Alessio Martino hanno conquistato una salvezza che per alcuni tratti della stagione era stata messa in dubbio. Da un certo momento, invece, la squadra ha cambiato marcia e, grazie ai ventidue punti nelle ultime dieci giornate, ha addirittura superato quella che era la zona play-out, chiudendo il campionato al dodicesimo posto a quota 40 punti.
CREDERCI SEMPRE. Evidente è la soddisfazione del capitano neroazzurro Andrea Di Pietro che, insieme ai suoi compagni di squadra, si è rialzato da una situazione difficile: “Abbiamo creduto sempre alla salvezza. Abbiamo sofferto tutti insieme, il campo ci ha dato ragione, anche perché la classifica era bugiarda. La società e la squadra non erano da retrocessione, quindi siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, rispondendo così alle critiche e alle ‘mazzate’ dentro e fuori al campo. A mio avviso si è trattato di offese immeritate, in quel momento abbiamo sbagliato, ma credo che anche nel momento peggiore pochissime partite abbiamo meritato di perdere. Ringrazio anche i tifosi per la stagione, sono stati critici con noi ma sono sempre stati vicino fino alla fine”.
CAPITOLO ALLENATORE. L’ex centrocampista di Portici e Savoia individua cosa abbia portato il cambiamento: “Il nuovo allenatore ha dato una spinta nel crederci. Non è che Clemente Santonastaso non fosse all’altezza, gli voglio fare i complimenti e lo saluto: non eravamo d’accordo con il cambio d’allenatore ma ci siamo attenuti alla scelta della società. La squadra l’ha costruita lui, poi con Martino è arrivato l’innesto di qualche giovane importante, Cassaro in difesa e per il resto siamo rimasti quelli della vecchia guardia. Come punti non abbiamo brillato con Santonastaso, mentre come prestazioni poche volte abbiamo meritato di perdere. Per di più è avvenuto il recupero di Sall, uno dei migliori difensori della categoria, e prima non avevamo un sostituto over all’altezza. Martino ci ha cambiato perché è un martello pneumatico, ci ha creduto molto infatti non so quanti avrebbero accettato la situazione delicata che vivevamo”.
LA VECCHIA GUARDIA. Infine il carismatico atleta classe ’83 conclude parlando del legame con la città di Santa Maria Capua Vetere: “Mi inorgoglisce aver giocato tanti anni, collezionando oltre 150 presenze. Tutti sanno come ci tengo io a questa maglia. L’ho dimostrato negli anni, nelle prestazioni e nei comportamenti. Abbiamo subito tante critiche ma abbiamo dimostrato di essere persone serie. Siamo rimasti in una situazione ambigua, perché a metà stagione non sapevamo qual era il futuro della società. Non abbiamo abbandonato il Gladiator, ci inorgoglisce ma siamo rimasti per la maglia, con la consapevolezza che ci potevamo ancora salvare. Raggiungendo l’obiettivo, abbiamo dimostrato il valore della vecchia guardia. Tutti hanno visto che non siamo morti. Rinnovo? Se la società riterrà opportuno è solo un piacere”.