PIEDIMONTE MATESE – Ultimi preparativi in casa Matese per la difficile trasferta di Castelfidardo che vedrà i lupi impegnati al “Galileo Mancini” per un vero e proprio scontro diretto in zona play-off. Uno dei protagonisti più importanti fin qui della stagione matesina è di sicuro Mario Barone. Il centrocampista ex Aversa è stato ospite di “Tutti pazzi per il calcio minore” e nel crazy stage condotto da Domenico Vastante e Monia Monti si è soffermato sul momento della squadra, parlando di Matese a 360 gradi.
SUL MATCH DI DOMENICA. Il centrocampista commenta così il pari ottenuto contro la capolista: “Volevamo dare continuità ai risultati per raggiungere quanto prima l’obiettivo che ci siamo prefissati. Il Campobasso è una squadra forte che sta meritando il primato. Fatto sta che ce la siamo giocata a viso aperto e il pari è il risultato più giusto. Qualche occasione l’hanno avuta loro ma noi ne abbiamo avuta una ghiotta al 90° – sottolinea -. C’è magari un po’ di rammarico per questo, ma alla fine è stata una buona prova che conferma quanto di positivo stiamo facendo da un po’ di tempo a questa parte. E ci dà fiducia e consapevolezza per il futuro. Abbiamo un mister che prepara minuziosamente ogni partita e che ci fa sempre studiare gli avversari con i loro punti forti o deboli. Il Campobasso resta la favorita per la vittoria finale perché, al di là di essere la capolista, è una squadra formata da parecchi ragazzi che stanno insieme già dallo scorso anno. Se non ci fosse stato il lockdown, forse a quest’ora starebbero in Lega Pro. Hanno una quadratura che viene da lontano, mentre il Notaresco è una squadra fortissima che però si è formata più lentamente. Il Campobasso ha dovuto inserire solo qualche pedina in un gruppo forte. Anche il Pineto è un’ottima squadra, ma deve recuperare tante partite e non so che tipo di reazione potrà avere”.
LA DIFFERENZA. Il regista biancoverde sottolinea anche la differenza che c’è tra i diversi gironi avendo giocato anche con l’Aversa raccontando come mai sia terminata l’avventura granata e confermando che a Piedimonte si trova bene: “Il girone F forse ha qualcosa in più sotto l’aspetto tecnico: anche la squadra di bassa classifica prova ad imporre il proprio gioco e a proporsi palla a terra e in modo organizzato. Nel girone H magari si punta di più sull’aspetto fisico e agonistico”. Dall’Aversa al Matese:“Col Matese mi sono trovato subito bene, sia coi compagni e lo staff sia con la società, che ringrazio per aver creduto in me nel momento in cui ha pensato di rivedere qualcosa. Spero di proseguire su questa strada. Per quanto riguarda Aversa, la soddisfazione più grande è quella di aver stabilito un legame con tante componenti, nonostante sia rimasto lì per poco tempo. Parlo dei calciatori, a cui auguro il meglio, e di quelle persone che ancora oggi mi lasciano tanti messaggi affettuosi. Con la società decidemmo di comune accordo di prendere due strade diverse. Mi si è presentata subito la situazione Matese che ho sposato con piacere e convinzione. E oggi non posso che essere contento della decisione presa”.
L’AVVERSARIO. Barone avvisa i suo mettendoli in guardia da un avversario difficile come il Castelfidardo: “Il Castelfidardo lo avevo visto già all’andata, quando arrivai qui. Non presi parte a quella partita per un piccolo infortunio. Vidi una squadra compatta e organizzata, che oggi sta facendo dell’entusiasmo la sua arma migliore. Non a caso hanno vinto in casa del Castelnuovo ed è stato un successo che può proiettarli a domenica con più grinta e autostima. Giocando in casa vorranno ottenere il massimo risultato. Noi andiamo là per vincere e dovremo dare il 100%. Il nostro obiettivo primario è la salvezza e dobbiamo raggiungerlo al più presto, anche perché il girone di ritorno è sempre più tosto. Una volta conseguito, vedremo dove si potrà arrivare. Sognare non costa nulla, ma adesso un passo alla volta”.
L’EX. Barone riserva parole dolci anche per la Sambenedettese: “Mi dispiace di tutta questa situazione. Fa male. Nessuna piazza meriterebbe di soffrire così, a maggior ragione una come San Benedetto che vive di calcio. Ricordo ancora l’invasione di campo il giorno della primo, c’erano più di 10mila persone. È stato un momento molto bello”.
SULLE ORME DI PIRLO. In chiusura il talento spiega come sia nato il suo soprannome, il “Pirlo della D”: “Un soprannome che è nato a Fondi. Quell’anno misi a segno parecchie punizioni, esattamente come Pirlo alla Juve. Alla fine feci otto gol totali, quasi tutti su punizione. È nato tutto per scherzo e da allora questo soprannome non me lo hanno tolto più. Ma io ho ricordi incancellabili di tutte le squadre con le quali ho militato. Il calcio mi ha dato la possibilità di costruire diversi legami con ragazzi con i quali mi frequento ancora oggi”.