Ad Avellino, Clemente Russo, a oltre 38 anni e 281 match, torna a vestire la canotte di campione italiano (per l’ottava volta) dopo 15 anni. Non vinceva il titolo dal 2007. Praticamente la differenza di età con il finalista e ottimo pugile Matteo Girolamo che perde ai punti dopo 23 vittorie consecutive e deve abdicare. Si sta sollevando il mondo della boxe per il verdetto e il motivo è che Tatanka non è ben visto per i suoi trascorsi e non solo nello showbiz e perché combatte per non far dare il massimo all’avversario (prima era per la guardia spesso ad essere criticata). Il secondo round non è stato bello, infatti, ed anche qualche colpo pesante di Girolamo ha contribuito a far insorgere la stragrande maggioranza dei commentatori sul web. “La solita minestra riscaldata, anziché lanciare un giovane” si è letto. Beh, a nostro avviso (e non perché siamo vicini geograficamente a Clemente Russo), le critiche sono forse un po’ eccessive, almeno nel caso specifico. I giudici hanno sentenziato che due round sono stati vinti da Tatanka ed uno il secondo, in maniera anche palese, da Girolamo, il quale di sicuro diventerà un campione anche tra i Pro ed è un pugile che ha tutte le qualità per fare bene.
Russo, però, ha portato dei colpi che spesso l’avversario non ha saputo schivare ed in più il pugile marcianisano, in forza alle Fiamme Azzurre (aveva Tommaso Rossano all’angolo come secondo), ha avuto la costanza di far combattere il meno possibile il suo avversario. Certo anche Russo ha subito colpi pesanti, soprattutto all’occhio sinistro, ma il verdetto, che comunque può essere contestato, ci può stare per la maggiore precisione dei colpi in alcuni frangenti del match, anche se questo era in bilico a livello di verdetto. Nel pugilato conta anche la precisione e non solo la forza o la mole di colpi sferrati.
“Questa vittoria è anche per zittire le malelingue – ha detto a fine gara Russo – e sono felicissimo perché ho fatto tre match duri contro tre avversari bravi e tutti e tre con stili diversi ed è stato un buon avvicinamento al torneo di qualificazione olimpica. L’obiettivo è proprio partecipare alla quinta Olimpiade ed entrare nel Guinness World Record. Da questo titolo italiano al torneo mancano cinque mesi e lavoreremo per arrivare al meglio. Già solo partecipare alle Olimpiadi sarebbe un sogno, ma se si va tranquilli, sereni ed allenati la medaglia arriva. Dedico la vittoria a mio padre che oggi compie 71 anni”. Magari tutti avessero questa dedizione per lo sport e per gli obiettivi personali e soprattutto la sua voglia di mettersi in gioco alla sua età. Al netto delle polemiche: chapeau.