DILETTANTI NEL CAOS. Morgia scrive a Sibilia: “Vogliamo chiarezza sul futuro. Perché la diversità di trattamento tra la Serie D e i campionati regionali?”
Regna l’incertezza per i calciatori dilettanti e sui social impazza la lettera aperta di Massimo Morgia, esperto allenatore attualmente alla Vigor Lamezia nell’Eccellenza calabrese, al presidente della LND Cosimo Sibilia. Nella lettera l’allenatore rivendica l’importanza del movimento dilettantistico e quanti calciatori e collaboratori rischiano di rimanere senza introiti per i prossimi mesi. Serve una decisione certa per il prosieguo o meno dei campionati, ci sono piazze storiche che militano nei campionati dilettanti che vivono nell’incertezza dovuta alla pandemia. Serve chiarezza anche nel non continuare la stagione, ci sono in ballo tante vite e persone che vogliono conoscere il proprio futuro.
La lettera. Ecco la lettera integrale del tecnico romano soprannominato il “Bielsa” italiano, uomo vero in questo nostro calcio: “Carissimo Presidente,
Le scrivo questa lettera a titolo personale, ma certo che il mio pensiero sia condiviso da società, tecnici, giocatori e tifosi, che militano e seguono il nostro movimento con entusiasmo e passione.
Sono passati ormai 3 mesi da quando tutta l’attività sportiva dilettantistica, senior e giovanile, è stata interrotta, fatta eccezione per il campionato di Serie D che sta fortunatamente proseguendo e portando avanti tutte le sue attività e competizioni ufficiali. La cosa che fatico a comprendere è come sia possibile il diverso trattamento tra il campionato di serie D e gli altri campionati dilettantistici, appartenendo tutti alla stessa Lega e quindi avendo lo stesso statuto. Non contesto le misure fin qui adottate e ottemperate con tanti sacrifici da parte di tutti noi perché, davanti ad una pandemia così devastante, la salute ed il controllo dei contagi deve essere sempre al primo posto.
Da più parti ora leggo di innumerevoli proposte di ogni genere e tipo, le ipotesi spaziano da una riapertura parziale o totale fino alla decisione estrema di una sospensione definitiva. Il tutto, chiaramente, sempre condizionato e strettamente collegato alle decisioni governative e dai vari comitati tecnici scientifici.
Arrivati oramai alla metà della stagione sportiva, a mio modesto modo di vedere, ritengo che il tempo dell’incertezza e del rimanere sospesi sia giunto al termine. Proprio in questa ottica, caro Presidente, ritengo che sia arrivato il momento che ognuno assuma le responsabilità che il proprio ruolo gli impone e che sia necessario prendere delle decisioni definitive sul proseguimento o meno dei campionati.
In queste categorie ci sono anche società, città e tifoserie come Ancona, Pavia, Vigor Lamezia, Treviso, Marsala, Chieti, L’Aquila, Lanciano, Lodigiani, Barletta, Lumezzane, Siracusa, Massese, Castel di Sangro, Poggibonsi e tante altre, che per molti anni hanno scritto la storia del nostro calcio professionistico.
Queste così come tutte le altre realtà del calcio dilettantistico meritano rispetto, meritano il diritto di programmare l’immediato presente e il futuro prossimo.
Anche giocatori, tecnici, dirigenti e tutti i tesserati devono aver la possibilità di capire e riprendere in mano le proprie vite.
Tutto ciò sarà possibile solo se si hanno delle certezze di un qualsiasi tipo, sia che il campionato possa ripartire e concludersi sia che ci sia l’annullamento (non la sospensione) della stagione 2020/2021 con conseguente annullamento di tutti i tesseramenti.
Tale scenario di chiarezza consentirebbe agli addetti ai lavori di avere l’opportunità di tesserarsi nelle categorie dei campionati che andranno avanti, o perlomeno poter sapere come impiegare il nostro tempo vedendoci privata la possibilità di poter alimentare la nostra passione per questo sport.
Certo della sua comprensione, La invito a lottare seriamente avendo la fiducia e l’appoggio di migliaia e migliaia di persone coinvolte sul campo
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