CALCIO DILETTANTI, SILENZIO TOMBALE SULLA RIAPERTURA. Si riprende o no?



Dove eravamo rimasti? L’ultimo fine settimana di calcio giocato per i dilettanti è lontano, era il week-end del 24-25 ottobre ed erano già tante le gare rinviate sulle quattro giornate da calendario ufficiale. Da quel momento in poi c’è stato il buio, la situazione del Covid ha bloccato i campionati regionali e si gioca praticamente fino alla Serie D con il cambiamento del protocollo sanitario per la quarta serie. Inizialmente si era ipotizzata una ripartenza per i primi di dicembre con la conseguente apertura del calciomercato invernale, ma la vigorosa forza della seconda ondata ha di nuovo fermato il calcio giocato. La “deadline” del 15 gennaio è vicina, la fine delle restrizioni per il mondo del calcio è fissata per venerdì prossimo, ma al momento non ci sono decisioni. Quali scenari potranno verificarsi? Proviamo ad ipotizzare, mettendo sempre la salute degli atleti e di tutti coloro che circolano intorno al mondo del calcio dilettantistico al primo posto, nuovi scenari. Ma ci sono due fattori da tenere in conto prima di fare ipotesi sulla ripresa con la prima che prevale nettamente sulla seconda.

La salute. Nelle quattro settimane di “regular season” sono state tante le gare rinviate per Covid, le squadre dilettanti, per quanto potevano far osservare il protocollo emanato ad inizio stagione, sono stati dei veri e propri focolai in alcune situazione ed hanno portato a situazioni poco piacevoli. I calciatori sono dilettanti ed hanno una vita oltre il calcio tra lavoro e famiglia, in campo non c’è la possibilità di distanziarsi ed è naturale il contatto fisico. Il famoso “gruppo squadra” del protocollo è composto da oltre trenta unità, è quasi impossibile, per i dilettanti, controllare tutti fuori dai momenti sportivi e purtroppo il virus non fa distinzione. Il protocollo per la Serie D è cambiato, ma per i dilettanti non c’è la possibilità di effettuare tamponi a distanza ravvicinata soprattutto per i costi sostenuti dalle società sportive. E questo è il secondo punto cruciale.



L’economia. È naturale che è un aspetto che va in secondo piano rispetto alla salute, ma le società sono e saranno in difficoltà per il prosieguo del campionato. La normalità è che le società siano gestite da imprenditori che hanno questa passione, ma è evidente che le attività produttive sono in crisi o addirittura rischiano di dover tagliare il personale all’interno delle proprie aziende. Quest’effetto a catena potrebbe riversarsi nel mondo del calcio, con i soci costretti a chiudere almeno parzialmente i rubinetti per le attività calcistiche e con gli “stipendiati” delle società che giustamente fanno valere il loro diritto per aver preso accordi ad inizio dell’anno. Per tanti calciatori e staff che ne hanno la possibilità c’è stato il “bonus collaboratori sportivi” che ha coperto in questa stagione i mesi di novembre e dicembre con il ministro Spadafora che sembra volerlo confermare almeno per gennaio. Ma è un bonus destinato a coloro che non hanno altra forma di reddito, discorso diverso per chi lavora e con il calcio portava a casa un forte sussidio per le spese familiari. Le società sono in crisi economica, i calciatori non percepiscono introiti, forse è il punto più basso della storia del calcio dilettantistico.

Primo scenario. Un nuovo stop per il mondo dei dilettanti sembra essere il “segreto di Pulcinella” visto che la curva dei contagi in Italia rimane costante con il vaccino che attualmente copre una percentuale bassa di popolazione. Il rinvio di almeno di quindici giorni delle restrizioni sembra essere la soluzione più plausibile, con la possibilità seppur remota di tornare in campo per la metà di febbraio con i recuperi. In via del tutto precauzionale la Lega Nazionale Dilettanti ha pensato bene di prolungare il calciomercato invernale fino alle 19 di venerdì 26 febbraio, forse con la speranza di iniziare e completare i campionati con le società pronte a chiudere gli ultimi colpi in un periodo alquanto insolito. Ma questo è solo un primo scenario, forse il più plausibile.

Pronti-via. Stop fino a venerdì e da lunedì pronti a preparare i recuperi per inizio febbraio: era questo lo scenario che tutti gli sportivi speravano dopo il DPCM di dicembre, ma al momento questa strada sembra impercorribile per l’alto tasso di contagio ed una prevenzione nel periodo natalizio che sembra non aver funzionato. I tempi, con questo scenario fantasioso, per portare a termine i campionati ci sono tutti, due settimane per recuperare la forma e ai primi di febbraio si torna in campo per i recuperi, da metà mese via alla regolarità dei campionati. È un’ipotesi alquanto fantasiosa che purtroppo non trova riscontri vedendo la situazione attuale del nostro paese.

Mancano pochi giorni al 15 gennaio e il mondo dei dilettanti attende un nuovo DPCM che dia speranza per terminare, anzi iniziare una nuova stagione. Quanto ci manca il nostro calcio!


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