SANTA MARIA CAPUA VETERE – “Mara scaldati, è il tuo momento”. 30 maggio 2010, stadio ‘Carlo Castellani’ di Empoli. In quello stesso stadio che gli ha fatto spiccare il volo qualche anno dopo, Maurizio Sarri si gira verso la panchina e proferisce quelle parole nei confronti di Maurizio Maraucci, difensore di belle speranze che è al suo primo anno di Serie B ma senza aver ancora fatto il proprio debutto nella serie cadetta. Sul punteggio di 1-2 per il suo Grosseto (vantaggio azzurro di Tosto, rimonta biancorossa con l’ex Roma Mauro Esposito e Carobbio), il centrale fresco ventiseienne entra al 59′ al posto di Daniele Federici e fa il suo esordio assoluto in B, al cospetto dell’attuale bomber dello Jiangsu Suning ed ex Inter Eder ed Ighli Vannucchi: saranno loro a confezionare il pari definitivo per 2-2 del’Empoli allora allenato dalla bandiera della Casertana Sasà Campilongo.
L’ESORDIO. Da quella giornata memorabile sono passati dieci anni, l’apice della carriera del grintoso difensore classe ’84 Maraucci, attuale calciatore del Gladiator che ricorda con gioia e nostalgia quegli istanti: “Un momento emozionante. Lo aspettavo da tutto l’anno, perché ero sempre in panchina ma non mi facevano mai esordire, nonostante venivo spesso mandato a scaldarmi. Non riuscivo a capire come mai non giungeva la mia occasione, poi qualche anno dopo emersero le vicissitudini legate a Luciano Moggi, quindi capii il motivo di tante decisioni precedenti. La mia chance la ebbi e la ricordo con gioia. Ho ancora un estratto video di quando ero in campo e stavo contrastando in posizione laterale Vannucchi prima che crossasse al centro in occasione del pari dell’Empoli“.
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SARRI. Partito dalla Terza Categoria e giunto fino alla conquista dello Scudetto con la Juventus e dell’Europa League con il Chelsea, Sarri gli concesse la grande opportunità: “Il mister è una bravissima persona. Non si riesce mai ad immaginare che poi la carriera possa prendere una piega del genere. All’epoca lavorava tantissimo, infatti anche dopo gli allenamenti e le partite tornava a casa e studiava nuovi schemi e nuove tattiche. Ricordo che provammo circa trenta schemi da calcio d’angolo e tanti altri da fallo laterale. Come tutt’ora, puntava al giro palla, al possesso palla, poi è ovvio che andando in Serie A, ha a che fare con calciatori che qualitativamente sono più forti e possono esprimere al meglio il suo gioco“.
ANEDDOTI SU SARRI. Vari sono gli aneddoti legati al suo rapporto con l’allenatore toscano di origini partenopee: “Ho avuto modo di incontrarlo a Napoli durante la sua esperienza. Nel periodo di Ferragosto del 2015 ero in vacanza con la mia famiglia e mi recai a Castel Volturno. La squadra doveva partire col pullman per un’amichevole a Latina (poi finita 0-5) ed all’improvviso si aprirono i cancelli per permettere ai tifosi di ricevere gli autografi dai calciatori. Da lontano chiamai l’allenatore in seconda Francesco Calzona, lui mi intravide e mi fece entrare nonostante lo steward voleva fermarmi. Lui disse che mi aveva detto di entrare, per cui vi avvicinai al pullman e parlammo del Grosseto sia con lui che con Sarri, il quale mi disse che era più semplice lavorare in Serie A che in C ed in B: lì c’è maggiore tranquillità e stabilità. Del ‘Comandante’ posso dire che ha il suo carattere, si potevano fare le battutine, ma quando si lavorava, massima serietà. E’ una persona simpatica ma – dice scherzosamente Maurizio – fuma tanto, proprio tanto. Un giorno tornai con lui da Grosseto a Roma in auto e non so quante sigarette si è fumato nel viaggio: talmente era il fumo che io che ero dietro non lo vedevo“.
CON GUSTINETTI. Con Sarri lavorò solo nell’ultimo mese della stagione, poiché fino al 24 aprile sulla panchina dei biancorossi era seduto Elio Gustinetti, ex allenatore del Lecce e del Crotone, in una squadra impreziosita dalla presenza di Mauricio Pinilla, Mauro Esposito, Luigi Consonni, Nicola Mora e Marco D’Alessandro. Su Gustinetti Maurizio racconta un aneddoto che porta appresso con affetto: “Gustinetti aveva le sue idee, ci si allenava al 100%. In ogni competizione ho sempre lottato ma quell’anno ancor di più perché era la B. Mi allenavo e non aspettavo l’ora che venisse il lunedì perché volevo sempre giocare a calcio. A fine aprile la società decise per l’esonero; durante il saluto finale Gustinetti entrò nello spogliatoio e ringrazio tutti. Poi disse ‘Devo fare i complimenti a Maurizio Maraucci, si è sempre allenato da professionista ma purtroppo non gli ho dato la possibilità di giocare”. Quelle parole mi diedero forza. Era il mio primo anno di B, erano complimenti gratificanti“.
IL RIMPIANTO. Dopo quel debutto il difensore che vive a Casoria insieme alla sua bella famiglia sperava di restare nel giro ma non ciò non accadde: “Le cose non sono andate come speravo andassero ed infatti mi ritrovai a scadenza di contratto senza nulla. Aspettai il mio procuratore che mi diceva di attendere, passarono però cinque mesi così firmai in Serie D con la Viribus Unitis. La vita spesso scherza ed infatti dopo due giorni esatti mi contattò Massimo Rastelli, che aveva giocato con me a Sorrento ed era diventato nuovo allenatore del Brindisi in Serie C2. Gli dissi che aveva appena firmato e lui non poteva crederci, chissà come sarebbe andata, con Rastelli che poi è arrivato in A con il Cagliari. A distanza di anni molte persone che mi incontrano mi dicono che ho raccolto molto meno rispetto a quello che meritavo: questo è il mio più grande rimpianto perché ero nel giro della B e dovevo restarci ma ne ce fu l’occasione“.
LA CARRIERA. Maurizio, soprannominato il “Gigante” per quella sua voglia di prevalere sugli attaccanti, dotato di grande tempo nell’anticipo ed irruenza al punto giusto, ha lasciato il segno in tante piazze ed ha ottenuto successi importanti, su tutte il doppio salto dalla Serie D alla C1 con il Sorrento e la promozione in C dell’Akragas. Con i rossoneri della stupenda Penisola Sorrentina, ha fatto la trafila del settore giovanile, ha esordito a diciassette anni in Serie D ed ha disputato sette anni (dieci totali), fino ad arrivare in Serie C1: il Grosseto la spuntò su altri club come il Chievo Verona, il Bari ed il Catania. Tanti i campionati valorosi disputati con la Pro Patria in C1, Aversa Normanna in C2, Cavese, Cassino, Bacoli Sibilla, Pomigliano, Sarnese, Marsala, Battipagliese e Turris. Ma a Sorrento ha giocato il maggior numero di anni in carriera.
IMMOBILE E MIRANTE. Ed è lì che son cresciuti Ciro Immobile ed Antonio Mirante: “Ciro era un giovane molto promettente, infatti faceva molti goal a livello giovanile. Nel 2006-2007, quando eravamo in C2 nel momento che stavamo per vincere il campionato, nella partita di Coppa Italia del 21 febbraio 2007, lo storico bomber Gigi Molino soffriva maledettamente le trasferte e così ebbe un fastidio alla schiena. Renato Cioffi così fece esordire Immobile che aveva appena compiuto diciassette anni. Ma ho da fare una confessione: non pensavo che potesse fare quello che ha fatto, segnando goal a raffica in Champions League e vincendo le classifiche cannonieri in Serie A. Si vedeva che aveva tanta voglia, rincorreva gli avversari, ma ho visto tanti ragazzi di grande spessore. Tra l’altro nel settore giovanile ho giocato anche con Antonio Mirante. Il Sorrento gravitava intorno alla Gea di Moggi, per cui lui venne a vedere una partita in cui parò due rigori contro la Paganese, compì parate impressionanti e fu acquistato dalla Juventus. Senza dimenticare poi Carmine Gautieri, Alex Brunner e Gennaro Ruotolo che a Sorrento è una istituzione”.
AL GLADIATOR. Quest’anno Maraucci ha rinnovato il suo legame con il Gladiator per la seconda stagione consecutiva. Autore di 38 presenze e 3 goal all’ombra dell’Anfiteatro, il difensore si trova a suo agio: “Al Gladiator mi trovo benissimo. Veniamo da un periodo particolare, per cui era importantissimo conquistare la prima vittoria in campionato. L’aspettavamo da parecchio, c’abbiamo creduto fino alla fine ed infatti abbiamo segnato il goal dell’1-2 al 92°. Questo deve essere lo spirito: fare sacrifici e lottare su ogni pallone”.
LA REAZIONE. Così come a Carbonia, i neroazzurri raddrizzano la gara dopo pochi minuti dal vantaggio avversario anche nella località marittima: “Il goal subito dopo venti secondi avrebbe potuto spezzare le gambe alla squadra, invece siamo stati bravi e fortunati a trovare il pareggio dopo quattro giri di lancette. Fondamentale è stata la reazione della squadra, che ha consentito di riportare in equilibrio la gara prima del guizzo vincente nel finale. Abbiamo migliorato la classifica, ora aspettiamo la prossima gara e lavoreremo per farci trovare pronti quando si parte dopo la fine della sospensione”.
GLI OSTACOLI. Il punto fermo del team neroazzurro si è ripreso dopo l’infortunio e la positività al Covid-19: “All’infortunio avvenuto contro l’Afragolese prima dell’emergenza si è aggiunto il contagio. Questo mi ha dato modo di recuperare e perdere solo una gara contro l’Arzachena. Ho lavorato anche a casa con l’obiettivo di rientrare quanto prima; poi sono stato fortunato e ripagato per il goal del pareggio siglato a Carbonia. Ora sono in forma” – conclude il forte difensore – “per aiutare il club neroazzurro ad individuare il proprio cammino”.