MATESE IN CRISI. Urbano tira le orecchie: “Colpa mia, errori evitabili. Cacciamo gli attributi, alcuni calciatori devono crescere”



PIEDIMONTE MATESE – Non prende la giusta piega l’avvio stagionale del FC Matese, bloccato a quota 3 punti in 5 giornate, incapace di impensierire le difese avversarie e porta a casa punti utili per la salvezza nonostante il pirotecnico 4-0 con cui aveva esordito nella massima serie dilettantistica nazionale.

L’INTERVISTA A CORRADO URBANO. Se i tifosi sono tutt’altro che soddisfatti, c’è chi sta peggio: Corrado Urbano, allenatore dei matesini, si dichiara responsabile di quanto visto sul terreno da gioco, e la sua panchina è in bilico a nemmeno 2 mesi dall’avvio del campionato. “Siamo costantemente in salita, prendiamo gol evitabilissimi, con disattenzioni che ci costano caro. Non sono soddisfatto del percorso intrapreso fino ad oggi e me ne assumo le responsabilità: nonostante questo bisogna ricordarci da dove veniamo, e che tutti sapevamo a tempo debito quanto fosse difficile il campionato di Serie D, ed è anzi arduo più di quanto ci aspettassimo”.



“MI ASSUMO LA RESPONSABILITÁ”. Uno dei ruoli principali dell’allenatore consiste nell’essere il responsabile n° 1 sia in situazioni positive che in quelle negative: Chi se la prende con i calciatori sbaglia, perché ciò comporta che gli atleti vengono demoralizzati: chi ha da fare qualche critica, e protestare per ciò che si è visto finora, lo faccia con il sottoscritto. Se la società riterrà opportuno cambiare allenatore non potrò far altro che accettare la scelta”.

“MOSTRARE GLI ATTRIBUTI”. “Ora i calciatori tirino fuori le palle – afferma Urbano – perché io ci sto mettendo la faccia: sono sempre in conferenza stampa post-partita, ci metto la faccia e non parlo con i giornalisti solo quando vinco, perché è mio compito difendere il gruppo”. 

“ALCUNI CALCIATORI DEVONO CRESCERE”. “Ho detto ai ragazzi di guardarsi allo specchio e farsi un’esame di coscienza – conclude l’allenatore dei biancoverdi – chiedendosi  se stanno dando il massimo in tutto ciò che fanno. Alcuni calciatori non sono ancora mentalizzati: abbiamo una rosa lunga e speravo che questo generasse una sana competitività fra i calciatori, che fossero spronati a dare il meglio insomma: mi rendo conto che non è così, vedo facce storte ogni qualvolta consegno le formazioni ufficiali, calciatori immolarsi a vittime, e questo non va bene perché poi andiamo in campo a prendere ceffoni”.


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