CARRIERA DI SUCCESSO. Corsale: “Emozioni indelebili a Caserta e Marcianise. Bari? Anni d’oro con Cassano. A Vairano meritiamo la D e sul futuro…



Raffaele Corsale da solo e con Cassano

CASERTA – Classe e tecnica sopraffina. Da oltre vent’anni Raffaele Corsale disegna mirabili traiettorie con pennellate che vanno a finire nel sette oppure, per la maggior parte, regalano pietanze troppo golose da non poter essere spinte in rete dai compagni di squadra. Un esteta del calcio che anche quest’anno è stato chiamato a prendere per mano una squadra ed accompagnarla alla vittoria: il Comprensorio Vairano. Come tante volte gli è successo in una carriera costellata dai trionfi (ben undici tituli con Bari Primavera, Marcianise, Sangiuseppese, Casertana, double con Savoia, Palmese ed Isola Capo Rizzuto ed il Torneo di Viareggio ancora col Bari, oltre alla promozione in Serie A di beach soccer con la Pasta Reggia Hermes Casagiove) ed anche da brutte pagine che lo hanno fatto soffrire. Ed ora all’età di trentanove anni da compiere il 17 ottobre, l’elegante centrocampista casagiovese sta meditando sul suo futuro. Il pensiero di appendere le scarpette al chiodo gironzola per la mente, ma una carriera così ricca di pathos non può finire con il coronavirus. E quindi, questa è l’occasione per fare un viaggio nel tempo con lui, dagli esordi fino all’attualità.

GLI INIZI. Raffaele muove i primi passi nel campetto di Casagiove: “Papà Michele mi ha portato per la prima volta al campo quando ero piccolissimo, credo intorno ai 3 anni, e trascorrevo le mie giornate sempre col pallone. Ho iniziato la scuola calcio ed all’età di tredici anni, in un provino a Casagiove, fui adocchiato dal Bari. Quel giorno c’erano anche altre società ma uno stretto collaboratore di Beppe Materazzi, all’epoca allenatore del club pugliese, mi fermò dicendomi ‘Te non devi scendere in campo, già sei del Bari’. Mio padre non batté ciglio ed iniziai la mia esperienza in Puglia“.



Raffaele Corsale nel Bari

A BARI. Il regista di piede sinistro classe ’81 cresce e vive a contatto con tante promesse: “A Bari sono cresciuto in un settore giovanile molto importante, infatti in quegli anni vincemmo il Torneo di Viareggio 1997, con giocatori che hanno fatto strada come Zambrotta, Ventola, Comotto e Bellavista. Riuscimmo nella stagione 1998-1999 a vincere il campionato Primavera ed ho stretto un bel rapporto con Antonio Cassano. Già all’epoca si vedeva che era di un’altra stoffa, con una tecnica e personalità che non ho mai più visto. Era più piccolo di un anno e spesso gli davo dei consigli perché aveva il suo caratterino, che poi tutti hanno avuto modo di conoscere“.

A MARCIANISE. Ma gli ostacoli sono dietro l’angolo ed in un’estate maledetta avviene il primo infortunio al ginocchio, durante una partita tra amici in Calabria. Il Bari provvede subito all’operazione ma di lì a poco le strade si dividono: “Spesso ci penso ma, da questo punto di vista, sono fatalista. Significa che doveva accadere. Da lì ho iniziato la mia carriera in prima squadra con Cavese, Cassino e poi Real Marcianise. Ho vissuto quattro stagioni in maglia gialloverde, nella città in cui papà Michele ha regalato grandi gioie. Con il presidente Salvatore Bizzarro un rapporto d’amore e d’odio, sono stati anni strepitosi, con la promozione nella stagione 2004-2005. Oltre centodieci presenze e tanti goal, ma uno storico tifoso mi disse: ‘Raffaele, te sei forte ma non potrai mai raggiungere tuo padre Michele, stella della Rifo Sud’. Questo dimostra quanto mio padre ha dato per Marcianise ed io non posso che esserne fiero“.

Raffaele Corsale ospite di ‘Casertana è già domenica’

EMOZIONI A CASERTA. Nel 2010 arriva l’approdo alla Casertana, tappa indimenticabile della sua carriera: “Per un casertano vestire la casacca rossoblu è il massimo. Giocare al Pinto e festeggiare con i tifosi casertani è un qualcosa di magico. A distanza di anni ricordano ancora le tante giocate, i goal, e questo mi riempie d’orgoglio. Il momento che rimembro con maggiore emozione è il ritorno nel professionismo al termine della stagione 2012-2013. Arrivammo quarti in campionato ma giocammo alla grande i play-off ed in estate siamo stati ripescati. Non nascondo che fummo molto delusi per la sconfitta nella finalissima play-off ma all’ufficialità del ripescaggio la gioia fu enorme“.

PRESENTE E FUTURO. A quel successo fecero seguito un ruolo da top player in Calabria, con i trionfi con Palmese ed Isola Capo Rizzuto e l’attualità con il Comprensorio Vairano in Eccellenza molisana: “Siamo al primo posto, meritiamo la Serie D, ma aspettiamo di conoscere novità sul futuro. Abbiamo un vantaggio di 8 punti sul Tre Pini e vogliamo regalare la promozione al presidente Luigi Rega, con cui ci siamo capiti a volo sin dal primo incontro“. Parallelamente Raffaele si è laureato in Scienze Motorie e sta esercitando la sua attività, per cui sta pensando al futuro: “Mi chiedo spesso cosa fare da grande, mi guardo indietro e penso di aver avuto una bellissima carriera. Sto pensando di appendere le scarpette al chiodo ma sto valutando. Voglio comunque restare nel mondo del calcio nel ruolo di direttore sportivo, infatti c’è una promessa a Vairano, ma tutto si saprà dopo il coronavirus. Penso al lavoro ed al calcio che da sempre è la mia vita“.

Sogni, dubbi, pensieri ed aspirazioni di un calciatore che ha fatto della fantasia la sua arma in più. Ed ora con fantasia miscelata alla concretezza (nel gergo calcistico finalizzazione), guarda attentamente al suo futuro. Con il calcio sempre nella testa.


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