CASERTA – In occasione della sesta puntata di “Tutti Pazzi per il Calcio Minore in quarantena” è stato ospite Alfonso Camorani, attuale allenatore del Tre Pini Matese, compagine d’Eccellenza Molisana. L’ex calciatore di Serie A ha fatto un vero e proprio tuffo nel passato ripercorrendo tutti i suoi momenti più emozionanti della sua carriera, dal suo legame speciale all’allenatore Zdeněk Zeman, al suo esordio nel più alto livello professionistico del campionato di calcio. Camorani ha inoltre raccontato le difficoltà che molti allenatori e calciatori dilettantistici stanno riscontrando in questo periodo di forte emergenza coronavirus.
Il possibile ritorno in campo.
Credo che quasi sicuramente riprenderà solo la Serie A perché è l’unica che ha le possibilità per farlo. Credo che anche la Serie B faccia molta fatica sul lato economico. Dalla serie C alla Promozione invece sarà quasi impossibile.
Rapporto con Zeman.
Ho conosciuto Zeman quando veniva a vedere molte partite del Teramo. Infatti un giorno stando con il mio procuratore lo conobbi in un’occasione di una partita casalinga. A giugno ebbi la chiamata dallo stesso procuratore che mi comunicava l’interesse da parte della Salernitana. In quel momento fui l’uomo più felice del mondo. Una piazza come Salerno e una squadra allenata da Zeman per un calciatore è il massimo. E’ stata la mia fortuna più grande essere stato allenato da lui.
Esordio in Serie A.
Ho esordito con la maglia del Siena il 12 settembre 2004, una data che non dimenticherò facilmente e che ho scelto di tatuarmi. Quando il mister mi disse che avrei dovuto il giocare contro il Palermo di Luca Toni in uno stadio di 40.000 spettatori fu un emozione immensa, anche se fu un esordio amaro in quanto perdemmo 1-0. La prima vittoria in serie A invece avvenne contro la Sampdoria con un 2-1 in rimonta. Fu un anno bellissimo. Tutti i sacrifici che ho fatto ne sono valsi la pena.
Emergenza coronavirus e le sue questioni economiche.
Quest’anno ho allenato il Tre Pini Matese in Eccellenza e posso garantire che sia giocare che allenare in queste categorie è difficile. In questa pandemia che ha colpito tutti non sto vedendo nè sentendo nessuno. Ognuno di loro si sta nascondendo dietro questo periodo di emergenza per non dare più i rimborsi spese. Le società devono pensare che con questi rimborsi molti giocatori e allenatori pagano gli affitti, danno dai mangiare ai loro figli, pagano l’assicurazione alla macchina. Fare i presidenti soltanto con gli sponsor è difficile. Oggi ho letto l’intervista del presidente De Lucia in cui affermava di essere in regola con i rimborsi sia di marzo che di aprile ed ho subito pensato che presidenti come lui non ce ne sono in giro. E’ una crisi che ha colpito tutti i settori, non solo il calcio, però credo che tutti debbano rispettare gli impegni accordati a giugno e quantomeno passarsi una mano per la coscienza. Ci sono molti calciatori dilettanti che fanno del calcio il loro mestiere principale. La salute è la prima cosa ma aiutiamo queste persone che vivono solo di sport.