Da Caserta a Cava andata e ritorno. Sempre a mille, sempre al massimo e sempre con la stessa voglia di fare bene. Quello di sabato sarà il derby speciale di Sasà Campilongo anche se in tribuna per squalifica. E’ vero ha già affrontato più volte da avversario i rossoblù (due vittorie per lui, un pari e una sconfitta) ma ogni volta a Caserta è sempre speciale. Perché lui in quello stadio ha scritto pagine memorabili della storia casertana e quella per fortuna non si cancella né dimentica facilmente. L’esordio in Coppa Italia di C il 20 agosto ’89 contro la Puteolana. La Casertana di Caramanno, la coppia d’oro con ‘Penna bianca’ Ravanelli, la B sfiorata, l’agguato di Salerno e la voglia di riprovarci l’anno dopo. La grande rimonta verso la B e poi l’esordio con doppietta a Pisa. Ma anche una retrocessione amarissima dopo lo spareggio di Ascoli e una società che si stava sgretolando. Il 27 settembre l’ultima con la maglia rossoblù sulle spalle. Dopo un Casertana-Avellino (0-1) in cui sbagliò il rigore del pari e la sua cessione servì almeno per concludere la stagione di C1 prima del fallimento. Poi le strade si sono rincontrate sempre da avversario prima col Frosinone (ancora una volta decisivo) poi col Marcianise e nel 2000 inizia la carriera da dirigente. Per caso in panchina proprio con la Casertana nel 2002 e da quel momento è iniziata la sua carriera da allenatore.
Nel novembre 2014 ancora una chance con la Casertana. Il derby vinto allo scadere contro la Salernitana lo fa portare in trionfo da una tifoseria pazza di gioia come quando segnava e faceva sognare la folla. A Caserta 99 presenze e 41 gol realizzati. Un bomber di razza capace di segnare in ogni modo. Idolo di tutti, eroe in campo e tecnico capace di vincere e far sognare. Un legame forte con la città, stampa e una tifoseria che lo ha amato sempre e comunque. Mai banale, un uomo vero che non è mai sceso a compromessi con nessuno respingendo con fermezza tutti i suggerimenti di presidenti e direttori. Il ritorno su quel terreno di gioco sarà emozionante, come ogni volta che si parla di lui, del grande Sasà Campilongo.