Diciamocelo subito: Roseto -pardòn, Roma (Stella Azzurra)- ha strameritato la vittoria. Abbiamo subito un autentico ‘clinic’ sulla (loro) Pallacanestro: elementare, atletica e didattico-didascalica. Un’indelebile dimostrazione di cosa significhi verticalizzare il gioco. 10 ragazzi, dieci, che giocano letteralmente ‘per aria’, piuttosto che in area. Una squadra giovanissima, che ha sfruttato ogni possibile ‘geometrie’ di gioco, anche in dimensioni a noi ancora sconosciute. Tuttavia, se l’avessimo vinta noi, non avremmo ‘rubato’ niente a nessuno. Però torniamo al titolo del pezzo; dicevo… – Brutti: come i tre quinti della gara; ripresa per i capelli, poi, solo dall’ultimo quarto; – ‘corti’: come può essere una coperta; quindi, con rotazioni centellinate; – Cattivi: come la sto(r)ica rimonta, nell’ultimo quarto, ad opera del ‘Platoon system’ (quasi) tutto Made in Italy. Ma, per l’appunto, non è bastato. Non a vincere, seppur con una valutazione Lega di 114 a 105; non è bastato, a vincere, tirar giù più ‘carambole’ di loro; non è bastato, a vincere, dominare le voci: tiri liberi-falli subiti. Nulla, di tutto questo, è bastato a portare a casa la partita. Eppure, parlo di dominio su fattori determinanti in una gara. E allora, perché l’abbiamo persa? Non certo per il ‘Buzzer beater’, scoccato (da Aristide Mouaha) ben oltre la sirena di fine gara; non certo per l’imperdonabile errore commesso da una ‘rivedibile’ (a tratti imbarazzante) <terna arbitraria>. (No, NON è un refuso.)
E non l’abbiamo certo persa per colpa di quell’ampio ‘spread’ atletico -che pure ha pesato parecchio nell’economia di gara- visto che, nell’ultima frazione di gioco, anche loro hanno vacillato. L’occasione ci è sfuggita perché è venuta meno -colpevolmente- quella freddezza nell’imprimere la zampata finale, nel II° overtime, necessaria a capitalizzare il nostro primo risultato utile. Tanti, i tiri costruiti in fretta o male; troppi, i tiri liberi sbagliati; parecchie, le palle perse (-11 noi/-10 loro) che, assieme a 2/3 ‘rigori’ di troppo sbagliati sotto le plance, ci hanno condannati alla sconfitta. E vale la pena ricordarlo: la JCe, resta ancora un cantiere aperto. Potrebbe essere, questa, una buona notizia? Diciamo pure che, al netto di un mostruoso Allen e di un prolifico Sousa (a proposito, perché è stato panchinato?), si è predicato nel deserto. I fischi e le urla di contestazione del pubblico, invece, hanno sortito l’effetto sperato: la SQUADRA ha reagito alla grande. Ed è questa la buona notizia: nonostante il pesante parziale subito e l’ampio scarto di punteggio, la tenuta mentale ha retto alla grande. Da questo dato dovrà ripartire Coach ‘Nandokan’ -che non è esente da colpe per scelte rivedibili- per la prossima sfida contro Piacenza. E, a proposito di pubblico, saremo stati… quanti: 1.200-1.500? Quanti paganti… e quanti ‘intascanti’? Be’, una cosa è certa: chi ha tagliato la corda, a fine 4° periodo, ha certamente ‘risparmiato’ alla voce <spese varie>. Non certo una buona notizia, per sponsor e box office.
Carmine Covino