Spedizione ‘marcianisana’ sul ring di Minsk 2019, davvero in chiaroscuro, anzi tendente al grigio scuro. Dopo l’eliminazione nel match di apertura di Clemente Russo nei +91kg, agli European Games in Bielorussia, valevoli per il pugilato anche come campionati europei e qualificazioni olimpiche, sono purtroppo arrivate ben 3 eliminazioni. Partiamo da Vincenzo Mangiacapre nei 69 kg. Il pugile, già argento a Baku nel 2015, è stato praticamente scippato di una vittoria che sembrava almeno verosimile per quanto visto sul ring contro il kosovaro Behrami. Nonostante un infortunio al braccio, Mangiacapre ha mostrato una buona condizione e una buona boxe, ma tutto questo non ha convinto i giudici ed il kosovaro è passato ai quarti vincendo per split decision (3-2). Altro disco rosso è arrivato poco fa sia per Francesco Maietta nei 60 kg, sia per Paolo Di Lernia nei 64. Il primo ha perso contro la sua bestia nera, il britannico Calum French, uno dei più accreditati per un gradino importante del podio. Come a Valladolid anche a Minsk è toccata la stessa sorte all’atleta dell’esercito contro il pugile della Gran Bretagna.
Di Lernia, invece, dopo l’avvio promettente ai sedicesimi, dove ha surclassato (5-0) il croato Pijetraj, mostrandosi in ottima forma ha poi perso per split decision anch’egli (3-2) per mano dell’olandese Enrico Lacruz. Buona la prima ripresa, addirittura ottima la seconda, mentre la terza è stata vinta dal rappresentante dei Paesi Bassi. Questo ha convinto un giudice di gara in più rispetto al boxare del marcianisano dell’Esercito. Altra delusione ed altro verdetto da mandare giù come un boccone amaro, con l’Italia che sembra davvero non avere nemmeno peso politico nell’ambiente pugilistico mondiale. Non più. Infatti, lo sfogo di Mangiacapre sui social (sta facendo girare il video dei suo combattimento contro Behrami) si muove in questo senso: “siamo stufi di fare la parte degli agnelli sacrificali”. Suona come un: Tutelate chi va sul ring a prendere e a dare cazzotti dopo tanti sacrifici. Passa il turno, invece, l’ultimo rappresentante di Terra di Lavoro, nei 56 kg. Di Serio ha battuto piuttosto agevolmente il francese Kistohurry. Ora le speranze marcianisane per una medaglia sono riposte in lui.