MADDALONI – La Maddalonese è il regalo speciale che si è fatto per i suoi 60 anni. Un tifoso in prima linea, che da quasi mezzo secolo segue le vicende del calcio locale. È sceso in campo con la determinazione di chi vuole scrivere nuove esaltanti pagine fatte di vittorie e soddisfazioni. Maurizio Verdicchio è il nuovo presidente della Maddalonese. Imprenditore dal cuore grande, amato per la sua generosità e per quello stile vecchio stampo che riporta al calcio di una volta. Uomo di successo nel campo della grande distribuzione, chiude le trattative con poche parole e uno sguardo d’affetto sincero. Altro che accordi e burocrazia. Per Maurizio e la sua famiglia una stretta di mano vale più di cento contratti. Il calcio è la sua autentica “malattia”. Nei decenni passati lo ha vissuto in tutte le salse e ruoli: calciatore, dirigente, sostenitore, sponsor e soprattutto tifoso. La Maddalonese e la maglia granata gli amori inossidabili della sua vita. Quest’anno, dopo aver contribuito in maniera fondamentale a centrare l’obiettivo salvezza della passata stagione, è arrivato il grande passo. Da pochi giorni è al vertice della società, ma già con le idee chiare per il futuro. “Ho costruito il mio piccolo successo imprenditoriale con sacrificio e dedizione. Sempre a piccoli passi e con estremo rispetto verso gli altri. Nel lavoro, cosi come nel calcio, è importante anche una piccola dosa di fortuna”.
L’educazione è il valore che maggiormente ricorre durante la sua prima intervista da Presidente: “Sono già un paio di anni che gli appassionati maddalonesi mi esortavano a rilanciare il calcio, a costruire un progetto duraturo ma – spiega Maurizio Verdicchio – ho sempre posto una condizione imprescindibile, ovvero quella di avere uno staff dirigenziale e uno spogliatoio fatto di persone perbene, rispettose verso il prossimo e soprattutto nessun elemento di disturbo che potesse minare la serenità dell’ambiente. Quest’anno finalmente si sono create le condizioni giuste. L’organigramma societario è composto da grandi ed esperti uomini di calcio, fortemente legati alla piazza. Stesso dicasi per la rosa: tra conferme e nuovi arrivi possiamo contare su calciatori esemplari prima come uomini poi come atleti”.
– Presidente ma quale fattore è risultato decisivo per farle accettare questo incarico di grande responsabilità?
“L’anno del Centenario ha pesato quasi come un macigno. Un traguardo così importante andava onorato nel migliore dei modi. Sono sempre stato vicino al calcio, quest’anno però mi sono deciso a fare il passo più importante. Innanzitutto mi sento in dovere di ricordare il recente passato. Se ora possiamo guardare con ottimismo al futuro è soprattutto grazie ai grandi sacrifici fatti da tutti gli uomini che hanno portato avanti lo scorso campionato tra mille difficoltà e momenti bui. Mi riferisco ai dirigenti, ai calciatori, ad Innocenzo Lombardi che ha salvato l’impossibile e al mister Massimo D’Angelo che gode di tutta la mia incondizionata stima”.
– Questione campo sportivo. Il “vecchio” Cappuccini avrebbe bisogno quantomeno di un adeguato restyling per fare da cornice ad un progetto di media-lunga scadenza
“Il “Cappuccini” è l’impianto al quale siamo tutti affezionati e dove batte forte la storia della Maddalonese. Abbiamo qualche buona idea per migliorare il terreno di gioco e rendere lo stadio più accogliente per i nostri tifosi. Il mio obiettivo è di collaborare e camminare d’amore e d’accordo con l’Amministrazione Comunale per il bene del calcio a Maddaloni”.
– Per il campionato? Come si presenta la Maddalonese al prossimo torneo di Promozione?
“Il mio ingresso al vertice della società non vuole essere una comparsata. A me piace vincere e attraverso una seria e meticolosa progettualità, che spero possa coinvolgere anche il settore giovanile, mi piacerebbe riportare la Maddalonese nelle categorie che merita. Niente proclami per il momento. Il campo resta l’unico giudice sovrano. Le vittorie si ottengono sul terreno di gioco con sudore e sacrifici”.
– Il mercato, intanto, sta regalando belle soddisfazioni. Pingue e Parente sono stati colpi paurosi. Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente?
“Sicuramente acquisti importanti, colpi da categoria superiore. Saranno profili di una certa caratura. Mancano pochi tasselli per completare la squadra, diciamo un due/tre acquisti che andranno a rafforzare la rosa di mister Portone. Prima di tutto, però, dovranno contare le motivazioni e l’impegno a sposare il nostro progetto”.
– Maurizio ma adesso sarà più tifoso oppure primo manager societario?
“La domenica sicuramente sarò il primo tifoso. Un supporter esigente che si aspetta di vedere la propria squadra vincere e fare un bel gioco. Per il resto non farò mai mancare la mia vicinanza ai ragazzi”.
– Cento anni di storia. Lei da sempre tifoso in prima linea
“Avevo sei anni e già andavo a guardare le partite. Il mio legame con la Maddalonese affonda in radici profonde. Nel mio cuore tre calciatori maddalonesi che avrebbero potuto disputare anche campionati professionistici: il portiere Mimmo Campolattano, il difensore Enzo Lerro che purtroppo ci ha prematuramente lasciato, e il libero Enzo De Prezzo che per me era migliore di Franco Baresi. Senza dimenticare Avagliano e Incoronato che davano il massimo anche in allenamento”.
– Alla vigilia di questa stagione, che messaggio vuole mandare ai tifosi e agli appassionati di calcio?
“Speriamo di aprire un ciclo ricco di soddisfazioni. Sono convinto della scelta fatta e non nascondo che i tifosi hanno avuto un peso importante in questa vicenda. Hanno fortemente voluto che prendessi in mano le redini della Maddalonese. La loro infinita passione nel seguire la squadra merita la giusta ricompensa”.
UFFICIO STAMPA MADDALONESE