Endgame: “Ineluttabile…”



La ‘A’, sta per la Serie A2 Italia, che se n’è andata…
Endgame, sta per fine del gioco: chi perde se ne va!
“Ineluttabile…” -citando Thanos- l’evidente, drammatico fiasco, di una stagione (apparentemente) vissuta dominando la fase preliminare.

Non ce ne voglia la Marvel, se abbiamo preso in prestito qualche suo simbolo, adattandolo alla (nostra) bisogna.
Ma ci sembravano perfetti come epigrafe Le Ns scuse.



Terminato un viaggio, un’esperienza, va redatto un bilancio, definendo la giusta misura del ‘Dare e Avere.’
Quindi, aziendalmente parlando, convochiamo un Consiglio di Amministrazione ed analizziamo l’esercizio.

Le origini di questo tragico insuccesso, forse, partono da lontano. Forse tutto comincia in estate, in fase di costruzione del roster; forse ha inciso l’inesperienza per la ‘dimensione B’. Forse sono state scelte troppe ‘Prime Donne’ per il cast dei protagonisti; magari sarebbe stato meglio optare per qualche profilo ‘operaio’, che desse corpo ad un ‘Platoon system’ da mettere in campo nei momenti in cui servissero nervi saldi e difesa dura.

Magari la differenza l’ha fatta il ‘Manico’; un professionista senz’altro preparato, ma che è venuto meno -se non altro- in termini di personalità. E’ innegabile il diverso approccio tra i due Coach, in questa (mini)serie di quati di play-off. I più maliziosi -così dicono- pare lo vedano già verso altri lidi, magari ricongiunto al collega di sempre.

Forse, questa dura sconfitta, passa pure per un mercato di ‘riparazione’ non esattamente eccellente; abbiamo reclutato un giocatore di alto livello -un vero lusso per la Serie B- ma che, a conti fatti, è venuto colpevolmente meno proprio nella fase più delicata della competizione; proprio quando c’era da dimostrare tutto il suo valore.
Per non parlare degli ‘Snipers’, dei vari ‘Sceriffi’, che hanno fatto tutti flop compromettendo il loro pedigree.

La scelta di una strategia (troppo) perimetrale, alla lunga non ha pagato. E non avrebbe potuto; perché il segreto della Pallacanestro risiede ancora nella semplicità: il gioco play-pivot, onestamente, sottodimensionati.
Ragion per cui, non ce ne voglia l’Amministratore Unico, ma è anche colpa sua questo fallimento.

Un tracollo che passa anche per una preparazione atletica inappropriata (a questo punto), visto l’affaticamento espresso in questo scorcio di gare: giocatori spompati, molli sulle gambe e con la mente mente in modalità “Switch.OFF”, sotto una ‘pressione’ senza precedenti.
Ma le vera ombra che ha dominato, queste tre gare di Post Season, è stata la paura: noi NON ce l’abbiamo fatta!

Una colpa che DEVE essere assolutamente ascritta anche alla mancanza di trasparenza, di chiarezza: quell’obliquo ‘equivoco’ su CHI COMANDASSE COSA, E CHI. Su figure professionali, forse, niente affatto professioniste ma, anzi, improvvisate. A quelle ‘ataviche presenze’ che, forse, sarebbe ora di ringraziare, collocarle in ‘congedo’, consegnandole alla Storia.
E non è mai troppo tardi…

Un fallimento figlio anche di ‘lotte intestine’, di un tifo spaccato, di una frattura (quasi) insanabile, che non aiuta ad accendere l’interesse di imprese; di una Città ed un ‘terroir’ assenti. Ma che, forse, coi BUONI UFFICI di un Primo cittadino (stavolta buoni per davvero) tifoso prima lui, potrebbe subire un’inversione di tendenza.
Sig. Sindaco Carlo Marino, è questo che crediamo essere il giusto ruolo della sua istituzione: crediamo che lei possa tirar fuori un coniglio dal cilindro che agevoli la ‘transizione’ col Patròn. Fortemente invocata dal tifoso dissidente. E se aggiungiamo una professionalità ‘tecnica’ che riesca a ‘coagulare’ l’intero ambiente, forse un passo importante sarà già stato fatto. E noi, un nome preciso, lo abbiamo già!

Si salva poco di questa stagione: senz’altro si salva la sportività di chi c’era, al Palamaggiò; si salva quella frangia di tifo che ha tributato, con onore, l’avversario; si salvano 3/4 elementi del roster da cui, forse, ricominciare.
E si salva quel tifoso -più che medio- che RIFIUTA, CON TOTALE SDEGNO, l’ipotesi di acquistare (l’ennesimo) titolo. (Stavolta sarà Cagliari?)
L’unica promozione che riconosciamo, è quella decretata dal parquet; quella che si conquista con agonismo.

Per ogni altra sorta di ‘promozione’…
prego: citofonare Cepu!

Carmine Covino


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