Il pareggio di ieri contro la Paganese ha ufficialmente gettato nello sconforto più totale la tifoseria della Casertana. Sarebbe facile dare la colpa ai calciatori, agli assenti, a chi è già in vacanza, a chi non è (quasi) mai sceso in campo, a chi è venuto per chiudere una carriera che vive ormai solo di ricordi, a chi ha collezionato una marea di cartellini rossi, a chi va in campo pensando a cosa farà la domenica sera e a chi evidentemente gioca in C con un pizzico di fortuna. Le colpe di questo fallimento sono da dividere tra tutti, ma proprio tutti, dal primo all’ultimo. Nessuno punta l’indice contro nessun dirigente o calciatore, ma ognuno è obbligato a farsi un lungo e approfondito esame di coscienza. Ieri nel tardo pomeriggio si è anche diffusa la voce di un possibile (e a quanto sembra fattibile) ennesimo cambio di panchina. Tutti gli allenatori interpellati hanno chiesto garanzie. Di che tipo? Semplicissimo: un contratto almeno fino al 2020, cioè di quindici mesi. Nessun accetterebbe un contratto di appena tre mesi con opzione per il futuro in base ai risultati. I famosi bonus che tanto piacciono alla Casertana. Se poi ci sarà qualcuno a cui piace il rischio evidentemente lo farà perchè la vetrina rossoblù fa sempre curriculum. Sarebbe il terzo cambio che a sette giornate dal termine avrebbe poco senso. Oppure no. Facciamo un’attenta riflessione: cambi adesso e il nuovo trainer ha bisogno di almeno quindici giorni per sistemare almeno mentalmente un gruppo che è allo sbando (da mesi ormai). Probabilmente rischi di non giocare i playoff perchè Rende, Monopoli, Siracusa, Reggina, Potenza e Leonzio non ti regalano neppure la monetina che l’arbitro usa per sorteggiare ad inizio gara chi batte e chi sceglie la metà campo. Quindi cambiare adesso è un azzardo. Non cambiare? Per Di Costanzo ed Esposito parlano i numeri e quelli non mentono: 20 punti in 17 gare con una media di 1,18 e siamo stati buoni inserendo anche lo 0-3 a tavolino contro il Matera altrimenti la media sarebbe stata di 1,06. Praticamente da playout. Se hanno sbagliato e in cosa questo lo deciderà la dirigenza, sta di fatto che se restano devono darsi una svegliata perchè il sabato e la domenica continuano a piangere e ripetere la stessa poesia: questi siamo, siamo contati, dobbiamo dare il massimo, dobbiamo provare a fare il meglio possibile. Siamo stati sfortunati, meritavamo di più, chi è sceso in campo ha dato tutto. Il disco si è incantato e la gente si è stufata. Tanti infortuni e squalifiche? Vero ma per i primi bisogna chiedere allo staff medico e al preparatore, per le seconde è il chiaro segno di un nervosismo di chi vede sfuggirsi tutto di mano. Terza possibilità: torna Fontana. Qualcuno ha ipotizzato questa scelta che però a nostro avviso è difficile da realizzare. D’Agostino fu categorico: “L’ho esonerato perchè fumava in campo”. Probabilmente l’allenatore catanzarese non ha smesso di fumare, forse potrebbe limitarsi a non farlo sul terreno di gioco ma deve convincere il presidente. Sta di fatto che la possibilità di vedere Fontana nuovamente a Caserta è piuttosto bassa, ma non del tutto impossibile. La verità signori cari è una sola: alieni, extraterrestri, fenomeni e fuoriclasse non ne abbiamo visti. E’ un anno nero ma non chiamatela sfortuna perchè la sfortuna a volte te la crei da solo.