ARZANO – Di domenica pomeriggio. Nella massima espressione del calcio giocato, Tonino Simonetti ha esalato l’ultimo respiro. Nel momento che egli attendeva con trepidazione, perché tutti i sacrifici, i discorsi, le ambizioni e le preoccupazioni trovano il loro epilogo in quei fatidici novanta minuti. Il suo passaggio dalla vita terrena a quella celeste è avvenuta in quell’orario esatto, in cui il rinomato direttore sportivo di Arzano si girava in veste impeccabile, di tutto punto con giacca e cravatta, e tornava a casa, rimuginando sulla partita che aveva assistito oppure che si era fatto raccontare per telefono, perché negli ultimi tempi preferiva tenere a freno la tensione, allontandosi dallo stadio e recandosi in luoghi più tranquilli come i cimiteri.
Nella sua carriera ha vinto con tante piazze, che ne nutrono un ricordo indimenticabile. Juve Stabia, Nocerina, Gladiator, Sant’Anastasia, Battipagliese, Savoia, Frattese, Arzanese, Sangiuseppese, Albanova sono club che il direttore ha condotto alla vittoria, compiendo trattative di mercato e scelte coraggiose come l’affidamento della panchina molossa ad uno sconosciuto Gigi Del Neri oppure la scoperta di Giuseppe Vives e tanti altri campioni. Un brutto male se l’è portato via, ma il suo nome non verrà mai dimenticato. Nel Sud Italia il nome di Tonino Simonetti è sinonimo di vincente, perché nessuno come lui in Campania ha vinto tanti campionati. Per sempre per verrà ricordato per quella sua competenza e gli atteggiamenti anche duri per difendere a spada tratta le sue società ed i suoi calciatori. Le sue famiglie, dal lunedì mattina alla domenica pomeriggio.