Esattamente trentatré mesi fa (33 come gli anni di Cristo), a marzo 2016, Libero pensiero Bianconero pubblicò la sua nota: “Se fossi il Presidente…”, firmata da Modestino Ardito. Da allora, cosa è cambiato? Cos’è rimasto di quel sogno? Vediamolo assieme, e tiriamo due somme.
Be’, tanto per cominciare, eravamo in LBA – Legabasket Serie A, e ci stavamo decisamente meglio dell’anno prima. Addirittura, correvamo il rischio di strappare un “pass” per le ‘F8‘ di Rimini. Magari, il 7°-8° posto disponibile, ma tutto è ancora da vedere, la strada è ancora lunga, vedremo come si piazzerà la Jce.
Proseguendo, ci ritrovammo un presidente in più, rispetto a qualche mese prima; l’appeal tra piazza e Proprietà, era decisamente migliorato nei consensi. Anche in conseguenza della recente, definitiva “reconquista”, alla faccia di Beneduc(c)i e di quei brutti ceffi della “Fortune”.
Anche le “acque” si “agitarono: tutti ricorderemo quanto il gruppo Ferrarelle si fosse impegnando per trovare NUOVE risorse, attraverso il nascente “Consorzio” (???), per garantire una base patrimoniale, la più ampia possibile e, soprattutto, un cash flow costante ed appropriato.
E ci ritrovammo anche un sindaco in più: padre ispiratore di quel famoso Piano B, incarnato da quel (sedicente) nascente gruppo di imprese. Si sperò che si realizzasse al più presto.
Di nuovo ci fu anche il bentornato (ed il “ben servito”) di Oscar Schmidt, che “si fece sentire” (eccome se lo sentirono). Ed assieme a lui, tornò anche Boscia. Già, proprio quel Bogdan Tanjeviç, protagonista della visione onirica dell’autore.
Oggi, insomma, fermo restando le croniche contingenze che tutti conoscono a memoria, viviamo decisamente una condizione peggiore di allora.
Sino ad ora, a conti fatti, oltre allo sforzo economico mantenuto dal main sponsor Decò, l’unico ad aver cacciato la grana, manco a dirlo, è stato sempre il solito Padròn Iavazzi.
I recenti fatti drammatici di Cantù, Avellino, della Casertana Calcio (poi, apparentemente rientrati) ci spingono a fare una riflessione che, GIURO, mai avremmo pensato di fare: il tragico declino di queste società sportive –legato, forse, anche a gestioni improvvisate e/o irresponsabili– messe in relazione al “resurrexit” del Juve Caserta, capolista nella classifica di girone della serie B, quasi quasi fa apparire il progetto della “Venafrese” un’autentica riabilitazione per Iavazzi. Salvo, poi, ricordarci immediatamente di come ci siamo finiti, in B. Insomma: non c’è mai fine al peggio.
Nel frattempo, però, una piccola fiamma di speranza è divampata, scuotendo le coscienze dei tanti dormienti; una fiammella debole: il “Club Ornella Maggiò…”
Carmine Covino