No stavolta la storia non si ripete. O meglio non del tutto. Quella pietra, gesto da condannare sempre e comunque perchè il calcio non è certo violenza, contestare sì ma civilmente, non era destinata a nessuno della famiglia D’Agostino. Ma quella pietra ha fatto saltare il banco. Ha fatto traboccare un vaso che era già lesionato. Più volte il presidente aveva avvertito di essere pronto a lasciare Caserta e la Casertana se le cose non fossero migliorate. Detto fatto. ieri sera la decisione di incontrare il Sindaco Marino per cercare nuovi imprenditori disposti a rilevare il club. Passo indietro da parte del massimo dirigente e fine di un amore nato quasi per gioco tre anni fa. Sarà decisione irrevocabile o ci sarà ancora spazio per un ripensamento? Il tifo rossoblù, quello caldo, sano, passionale e competente ha già fatto sapere alla famiglia D’Agostino di essere totalmente estraneo ai fatti. Per colpa di uno non può essere penalizzata l’intera tifoseria ma per il momento le cose stanno così. Non è la prima volta che nella storia rossoblù si verificano episodi del genere, ma attenzione ai paragoni col passato. Le cose non sono andate come nel ’74 con Moccia (guarda caso era dicembre) o nel ’92 quando la macchina di Enzo Cuccaro fu presa a calci e lui aspramente contestato per aver concesso i biglietti ai tifosi della Salernitana. Altre motivazioni, contestazioni ad personam che stavolta non sfiorano neppure il presidente D’Agostino. Certo è che adesso bisognerà mantenere la calma e provare a capire che ne sarà di questa Casertana. Il campionato verrà portato a termine e poi?