Il presidente onorario dell’Aversa Normanna Pasquale Corvino commenta così la stagione granata che ha portato alla retrocessione in Eccellenza. “Quando si retrocede purtroppo la colpa è sempre di tutti ma avevo già capito da tanto tempo che tranne 6-7 calciatori non c’era la voglia di nessun altro di impegnarsi per raggiungere la salvezza. Per questo mi ero già un po’ allontanato dopo naturalmente averle tentate tutte. Ma diciamoci la verità, siamo voluti retrocedere noi. Troppe occasioni perse, troppa mancanza di attaccamento, troppa passività, poca voglia di affermarsi hanno portato a questo tipo di risultato. Si sono addotte tante scuse ma questa purtroppo è la realtà. Le questioni societarie? Tra me e Spezzaferri non c’è stato mai alcun problema. E ripeto è una persona che stimo, ma non capisco come un passaggio di proprietà, una contrattazione, che spesso riguardano anche altri club, possano portare alla retrocessione. Tante società hanno instaurato trattive che sono durate anche anni ma non per questo sono retrocesse. Ci sono società che hanno problemi economici e non possono onorare i calciatori e non per questo retrocedono. Abbiamo sempre cercato di isolare gli atleti eliminando tutto ciò che desse fastidio. A nulla tutto ciò è servito e neppure il premio salvezza. Insomma, tranne pochi, ripeto, molti hanno fatto un campionato passivo, arrendevole, che ci ha portato dove giustamente dovevamo andare. Adesso, anche se da un po’ di tempo non mi interesso più, parlerò con Spezzaferri perché glielo devo e vedremo che soluzione adottare. Ma mi chiedo se davanti a tantissime difficoltà come il campo sportivo, persone attorno che girano in continuazione solo per creare problemi, tifosi che da un lato ci sostengono e aiutano e altri dall’altro umiliano e offendono in continuazione facendo cori che a me personalmente segnano molto, sia il caso di andare avanti. Chissà se vale la pena continuare pagando un prezzo così alto che dopo averci portato ad esporci anche economicamente sia io che Spezzaferri dobbiamo anche essere i colpevoli di tutto ciò. Noi non scendiamo in campo. La nostra colpa è di avere avuto fiducia di chi l’ha fatto. L’ultima partita è stata vergognosa e ci dà quello che ci siamo meritati. Giacobbe e Romano non entrati in campo? Quando ci sono le battaglie c’è chi sta in trincea anche con una gamba sola e chi con due si ammala. Non voglio giudicare ma sono convinto che sono due ottimi giocatori e hanno sicuramente un grosso futuro nel posto dove meritano. Comunque al più presto mi incontrerò con Giovanni Spezzaferri anche se due cose non potrò mai dimenticare: i cori di alcuni tifosi contro di me alla fine del primo tempo a Torre del Greco e l’apatia e l’arrendevolezza senza carattere di alcuni calciatori. Tutto ciò mi porta a pensare di lasciare ma parlerò con Spezzaferri e insieme vedremo però l’amarezza è molta non solo per la retrocessione ma per le tante difficoltà incontrate create ad arte contro due persone che in fin dei conti si sono anche esposte economicamente. Se ciò non dovesse succedere, chi verrà avrà sicuramente più fortuna di me o di noi”.