Nella provincia sono conosciuti come i “falchi”. I rossoblu della Casertana Football Club sono una delle formazioni storiche del calcio campano, sebbene non abbiano praticamente mai disputato una stagione in Serie A. Fatta eccezione una sola annata in Prima Divisione nel 1926-27, la Casertana, rifondata per l’ennesima volta nel 2005, ha solitamente orbitato in Serie C, nonostante il suo nucleo importante di tifosi e di passione.
Con il falco come simbolo e lo stadio Alberto Pinto come casa, la squadra della terza provincia campana più importante milita adesso in Serie C, dove ora si trova al settimo posto con 50 punti ed è lontana da una possibile promozione in Serie B, campionato sul quale in molti amano scommettere online. Tuttavia, c’è stata un’epoca nella quale i rossoblu avevano fatto sognare la piazza locale, facendo addirittura dimenticare la crisi del vicino e glorioso Napoli, che dopo l’addio di Diego Maradona, iniziava a perdere colpi e potenza a livello nazionale. Per trovare la gloria del calcio casertano bisogna risalire al lontano anno 1991, quando con il presidente Cuccaro si raggiunse il livello più alto di rendimento e risultati di sempre, il tutto mentre la Phonola Caserta, la squadra di basket della città, diventava campione d’Italia per la prima volta, unica di sempre del Mezzogiorno. L’annata ’91-’92 fu dunque storica per lo sport casertano, con la Phonola campione nel basket e la Casertana a lottare per obiettivi nobili in Serie B. Seppur quella stagione sarebbe finita poi con la discesa in Serie C1, una serie di giocatori di un certo livello avrebbero fatto sognare con varie giocate la platea del Pinto, molti dei quali con un futuro radioso in Serie A.
Uno dei più importanti fu senza dubbio Luca Bucci, portiere emiliano, adesso allenatore dei portieri della società felsinea. Approdato a Caserta nel 1990, Bucci fu uno dei protagonisti della promozione in B e le sue doti furono sotto gli occhi di tutti. Non a caso, poco dopo, il portiere bolognese sarebbe stato ingaggiato prima dalla Reggiana e da un Parma in rampa di lancio, per poi partecipare addirittura ai mondiali del 1994 e vincere la medaglia d’oro. Inoltre, Bucci fu uno dei grandi protagonisti di un Parma che si arrampicava verso la cima alla classifica, per essere poi spodestato solamente da un certo Gigi Buffon. Insieme a Bucci c’erano due giovani di belle speranze: Fabio Petruzzi e Benito Carbone. Entrambi con un gran futuro in programma, furono tra le più belle sorprese di quell’anno e presto approdarono rispettivamente alla Roma e al Torino, anche se per Carbone l’esperienza più mistica e soddisfacente sarebbe stata quella col Napoli, dove prese il numero 10 che da Maradona era passato in precedenza a Zola.
Con quegli anni ancora in mente, a Caserta sono ancora in tanti a tifare per i falchi, memori di un tempo passato in cui la B non era poi così lontana come adesso.