VITULAZIO – Un gentiluomo del calcio. Mai una parola fuori posto e sempre al servizio della squadra, con quella esperienza che ha conquistato sia nel settore giovanile dell’Ascoli che in ben otto anni di militanza nella squadra della propria città. Giovanni Di Lillo è oramai diventato una bandiera del Vitulazio, regista del centrocampo e ragazzo dotato di grande personalità. Non si discute il dna vitulatino, che costituisce il fulcro centrale di un gruppo guidato insieme ai fratelli Raffaele e Guido Cuccari e ad Alfonso De Lucia. Nelle sue parole si percepisce tutto l’amore per la società che dà un’anima al calcio del proprio paese natale e l’orgoglio di indossare la fascia di capitano.
IL PROGETTO. La formazione del nuovo progetto lo ha reso particolarmente, tanto che il centrocampista classe ’90, che mette a disposizione tanta qualità e quantità, confida con i suoi modi pacati: “Dopo tanti anni di sacrifici fatti da Achille Cuccari, che da solo ha portato avanti la squadra, ora si respira un’aria nuova. Questo è un anno di transizione, con diversi giovani forti ed esperti di spessore. La società è solida, grazie alla presenza del dottor Luigi De Lucia, dell’allenatore Giuseppe Rosi e dell’allenatore della juniores Giuseppe Gravina. Ci attende un bellissimo futuro, di sola crescita”.
L’AVVERSARIA. Oggi alle 15 il Vitulazio sarà ospite del Gladiator, allo stadio “Comunale” di Curti. E la compagine rosanero ha intenzione di riscattarsi dopo le due sconfitte consecutive contro Comprensorio Casalnuovese e Rinascita U.S. Vico: “Sarà una sfida difficile. Il Gladiator ha un blasone ed una storia, in più a dicembre hanno scelto giocatori di esperienza. Purtroppo abbiamo anche delle assenze per squalifica, ma noi vogliamo tirarci fuori dalla zona calda. Siamo al decimo posto ed abbiamo meritato questo piazzamento per alcune partite storte. Credo che possiamo ambire tranquillamente a posizioni più alte”.
LA SCONFITTA. Il centrocampista torna poi sulla sconfitta di sabato scorso contro la Rinascita U.S. Vico: “Penso che, più che nostri demeriti, ci siano i meriti della Rinascita che ha impostato meglio la gara, con apprezzabili individualità come Brancaccio che conosco e sabato mi ha impressionato. Nella prima frazione, a favore di vento, abbiamo avuto delle occasioni per sbloccare la partita, ma sia il vento sia il portiere avversario hanno negato diversi goal. Il loro gioco era maggiormente concreto, si sono difesi bene ed hanno meritato la vittoria. Arbitraggio? Nessun alibi. Durante la partita si protesta, indotti dalla tensione e dalla foga. Sono dettagli, l’arbitro è una persona che può sbagliare come sbagliamo spesso noi calciatori”.
AD ALTI LIVELLI. Dopo essere cresciuto nel Real Vitulazio, Giovanni Di Lillo si è trasferito nei Giovanissimi del Gladiator La Baronia e poi nel Guglionesi in Molise, dove ha svolto sia i Giovanissimi che fatto allenamento con la prima squadra all’epoca in Eccellenza. Lì venne adocchiato dall’Ascoli che lo acquistò per rinforzare il settore giovanile. Con i bianconeri ha disputato Allievi Nazionali e la Primavera, disputando anche il Torneo di Viareggio. Esperienza che ricorda bene: “Mi sono tolto belle soddisfazioni, al Torneo di Viareggio affrontammo Roma, Shaktar Donetsk e Siena, giocando contro calciatori che attualmente giocano tra Serei A e B come Florenzi, D’Alessandro, Di Tacchio, Bellusci. Il più forte era Balotelli, che affrontai nelle finali scudetto del 2008. All’epoca aveva già segnato due goal alla Juventus e ritornava in quella Primaverain cui giocavano anche Siligardi e Bolzoni”.
LA CRESCITA. In seguito ad un’avventura difficile alla Vigor Lamezia, in cui ha avuto problemi di ambientamento, rientrò all’Ascoli e poi dal 2010 ha fatto ritorno nella sua Vitulazio, per un problema serio: “Non so quanti medici mi hanno visitato ma l’unico che ha risolto il mio infortunio è stato proprio il dottor Achille Cuccari. All’inizio sono rimasto deluso per il treno passato ma credo che doveva andare così. Mi sono tolto tante soddisfazioni ed ho conosciuto tante gente che mi ha aiutato a crescere come uomo. Infine” – conclude il centrocampista – “rivelo che esistono delle possibilità che debba trasferirmi fuori dalla Campania per motivi di lavoro. Non so se avverrà ma fino alla fine darò sempre tutto per il Vitulazio, la squadra della mia città per cui tifo da sempre”.