Al termine della sfida contro il Don Peppe Diana il vice presidente del Cellole Calcio Angelo D’Onofrio ha rilasciato alcune dichiarazioni nell’immediato post gara della gara giocata a Casal di Principe che ha visto la compagine rossoblù perdere con il risultato di 2-1. Il dirigente cellolese nel commentare la prestazione della squadra ha evidenziato come l’arbitro abbia influito negativamente sulla gara visto i due espulsi ed i tanti ammoniti tra le fila della compagine del tecnico Scagliarini.
L’RBITRAGGIO. Il vice presidente rossoblù commenta così le decisioni discutibili adottate dal direttore di gara: “Per noi venire a giocre a Casal di Principe non è stato mai semplice ed eravamo ben consapevoli che questo fosse un campo difficile dove potevamo incontrare delle difficoltà. Alle difficoltà nella partita con il Don Peppe Diana si è aggiunto anche un arbitraggio scadente. La federazione avrà molto da lavorare sotto questo aspetto. Capiamo che vogliono investire sui giovani, ma mandare dei ragazzini che possono essere influenzati facilmente da atteggiamenti dei calciatori in campo questo non depone a favore del calcio. La partita è stata molto brutta, soprattutto nel secondo tempo dove orologio alla mano non si sarà giocato più di un quarto d’ora. L’arbitro infatti nella ripresa non ci ha fatto mai giocare interrompendo continuamente il gioco e permettendo ai calciatori di casa di fare ciò che volevano. Tra le fila del Don Peppe Diana ci sono molto calciatori esperti, vedi Falconetti e tanti altri, che in verità mi sono sembrati più dei cascatori che dei calciatori. Su ogni rimessa non si trovavano mai palloni facendo perdere così minuti preziosi. Dopodichè non abbiamo potuto più giocare. La cosa bella è che abbiamo subito falli per tutta la partita, in particolare dal loro numero undici, bravo ma fallosissimo, e praticamente è il Cellole che è rimasto in nove. Undici contro undici era già una partita difficile, in nove la situazione diventa decisamente più complicata. L’arbitro ha sempre pensato che eravamo più fallosi noi che ci lamentavamo dei falli subiti che non chi li facesse. Diciamo che più che di calcio possiamo parlare di una lotta e credo che lotte non facciano bene al calcio. Noi concepiamo il calcio come una partita di pallone menre in lcune partite come queste il pallone non esiste, anzi a volte non si trova proprio“.
L’ORARIO. Il dirigente cellolese esprime il proprio pensiero sull’orario scomodo delle 10:30 del mattino in cui si è giocata la gara: “A mio avviso la federazione non dovrebbe consentire di giocare alle 10:30 del mattino perchè è veramente un orario scomodo per chi viene da fuori. Giocare a quest’ora significa alzarsi presto la mattina, se la trasferta dista parecchi chilometri, per cercare di arrivare in tempo sul campo e tutto per una partita di calcio. Credo la federazione dovrebbe essere più attenta in queste situazioni”.
RINASCITA DEL CALCIO CELLOLESE. Infine una considerazione su quella che si può definire una vera e propria rinascita del calcio a Cellole messa in atto dalla collaborazione di tante componenti: “Diciamo che a Cellole c’è un bell’entusiasmo, la squadra è ritornata nel cuore degli sportivi. Questo ci fa davvero piacere e ringraziamo sempre tutti coloro che ci sono stati vicini soprattutto negli anni più difficili”.