SANTA MARIA CAPUA VETERE – La notizia dell’approvazione del progetto preliminare, finalizzato alla ristrutturazione dello stadio “Mario Piccirillo”, è stata appresa con giubilo dalle diverse fasce sociali della città di Santa Maria Capua Vetere. Molti cittadini e lettori hanno esternato la propria soddisfazione per “il via libera al progetto” che rientra nell’ambito del bando per il Fondo “Sport e periferie” emanato dal CONI. Ma, da tecnici della corretta informazione e della comunicazione, è giusto far chiarezza onde evitare di creare false illusioni. Indagando meglio sulla delibera di giunta del 14 dicembre 2017 si apprende che l’approvazione dell’Amministrazione Mirra è però solo la fase embrionale di un iter che prevede diversi step, ad esclusiva ed effettiva verifica dell’Istituzione olimpica nazionale. Con un sagace gioco di parole è stato fatto riferimento all’approvazione, quando invece realisticamente altro non è che il “via libera” alla partecipazione al bando emanato dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTA DELL’AMMINISTRAZIONE). Una sottile differenza che ha mandato fuori strada tanti lettori, credendo che da qui a pochi mesi sarebbe partito il progetto di restyling dell’impianto di via Martiri del Dissenso, con una serie di interventi, tra cui la copertura delle tribune, la copertura del cortile dove sono allocati gli spogliatoi e la realizzazione di un manto in erba sintetica. Peccato per gli sportivi sammaritani ma al momento questa ipotesi è allo stato primordiale e, come coglie nel segno il noto proverbio cilentano, il progetto “ne deve mangiare di pane” per crescere.
FARE CHIAREZZA. Particolarmente interessato alla vicenda è il consigliere comunale d’opposizione, in ottica Pd, Francesco Rosario Di Nardo che, in una propria nota stampa del 13 novembre, si augurava che il Comune di Santa Maria Capua Vetere non perdesse la ghiotta occasione di partecipare al bando per il Fondo “Sport e periferie”. Intercettata dalla redazione per fare maggiore chiarezza sull’argomento, la giovane figura politica sammaritana rivela la sua totale incomprensione per un bando di assoluta importanza ma che non è stato valutato attentamente: “L’Amministrazione Comunale di Santa Maria Capua Vetere, con delibera di Giunta del 14 dicembre 2017, approva il progetto preliminare di fattività tecnico-economica per quanto concerne la ristrutturazione a norma dello stadio “Mario Piccirillo”. Tutto ciò in modo tale da inserirlo nella comunicazione del CONI rispetto al rifinanziamento di questo fondo con un decreto ministeriale che rifinanzia questo fondo, andato ad esaurimento nella prima edizione del Ministero Economia e Finanza che poi lo ha passato in consegna al CONI”.
LE PERPLESSITA’. Appassionato di calcio e di sport in generale, con la militanza nel Gladiator per oltre dodici anni, Di Nardo ha studiato i requisiti del bando ma, a verifiche fatte, mostra tutte le sue perplessità: “In seguito ad una mia richiesta di intervento, fatta il 13 novembre con tanto di comunicazione agli organi di stampa, l’Amministrazione Comunale partecipa al fondo con un progetto per lo stadio Mario Piccirillo. Allo stato attuale, il mio giudizio, rispetto all’operato dell’Amministrazione nei confronti della partecipazione ad un bando che ritengo fondamentale, vista la situazione degli impianti e del patrimonio, è in divenire. Ovviamente sarei contento del finanziamento dell’opera ma ho delle forti perplessità rispetto all’operato in merito alla presentazione di questo progetto. Partiamo dall’incipit delle perplessità che è il “Mario Piccirillo” in sé e quello che oggi rappresenta. Facendo un excursus in Commissione Consiliare, ho verificato ed appreso che ad oggi il “Piccirillo” non è neanche accatastato come un impianto sportivo, bensì è accatastato come un terreno. Non ha neanche la destinazione d’uso ad impianto sportivo, quindi mi domando come si possa chiedere una proposta d’intervento, quando il CONI ci chiede di verificare un progetto non di realizzazione di un impianto ma di ristrutturazione di un impianto già esistente”.
LE CREPE. Il consigliere del Partito Democratico entra nel dettaglio ed espone tutti i suoi dubbi sull’operato dell’Amministrazione, svelando crepe nell’iter del progetto: “Il primo punto che il Coni ci fa notare è che bisogna indicare le modalità di utilizzo e tutte le omologazioni possedute. Ad oggi non abbiamo alcuna omologazione, perché se non si tratta di un impianto, non può avere un’agibilità. Non so come abbiamo fatto a presentare tale domanda, quando tale requisito è previsto nella premessa iniziale. Poi successivamente ci sono una serie di perplessità rispetto ai requisiti che indica il fondo “Sport e periferie”. Nel suo preliminare la comunicazione dell’organo sportivo precisa: “Ai fini del potenziamento dell’attività sportiva nazionale e dello sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane, con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri economico-sociali ed incrementare la sicurezza urbana”. Rispetto a questo il Comitato tecnico del CONI va a valutare proposte di intervento presentate dalle Amministrazioni, dagli enti locali e privati. In questa fase tengono presenti alcuni elementi come la cantierabilità dell’intervento: la fase più avanzata della progettazione che l’Amministrazione può presentare. Noi rispetto a questo presentiamo solo un progetto di fattibilità tecnica che è il primo punto. E’ solo la fase preliminare, non presentiamo il progetto definitivo né esecutivo. Non c’è la cantierabilità dell’intervento, non c’è l’avanzamento dell’iter progettuale, né la validazione del progetto. Niente di niente. Un altro punto per il quale può essere valutata positivamente la proposta è il cofinanziamento del progetto da parte del proponente. Nella delibera fatta dall’Amministrazione Mirra viene chiarito che per l’ente non ci sarà alcun costo. Il cofinanziamento non c’è, quindi non esiste alcuna somma a disposizione. Ragion per cui l’Amministrazione chiede l’intero finanziamento da parte del fondo, una somma di 1 milione e 360mila euro, senza un minimo cofinanziamento da parte dell’Ente. Un altro requisito in meno”.
LE PERIFERIE. Da un argomento all’altro, la critica di Di Nardo si fa più aspra, in riferimento al fatto che è stato compiuto un mero errore di individuazione dell’impianto, perché il bando parla di periferie e si fa riferimento al Piccirillo che è ubicato in via Martiri del Dissenso. Tranne che la cosiddetta zona C1 Nord, quella che tutti conoscono nella città dell’Anfiteatro come “via Giovanni Paolo I”, non è ritenuta una periferia dall’attuale Amministrazione: “Il principio cardine per cui è nato il Fondo lo si legge, con tutta franchezza, nel titolo “La rimozione degli squilibri urbani delle periferie urbane”. Nella mia proposta, non a caso, cito un impianto sportivo specifico che è il campo sportivo di via Giotto, conosciuto da molti come campo “IACP”, che ha tutte le caratteristiche rispetto al titolo di periferia urbana. Dunque noi presentiamo un progetto su una struttura, che struttura non è, che non è assolutamente in periferia. Non abbiamo il requisito cardine. Sono queste le mie perplessità da uno che è amante dello sport, non ne faccio una polemica strumentale. Anzi sarei contentissimo di veder lo stadio dove ho giocato da piccolo fino all’età adulta, che usufruisca del finanziamento per essere ristrutturato ma ho forti perplessità. A mio avviso le percentuali sono minime di ammissione come Ente vincitore del bando. Rispetto anche all’importanza di questo fondo, che ha riscontrato un successo enorme nella prima edizione, spero per i cittadini e per me che non ci sarà forte partecipazione”.
IL RAMMARICO. Ed il rammarico del consigliere è ancora maggiore, se si aggiunge il discorso relativo all’altro progetto già approvato e pronto a partire nei prossimi mesi della realizzazione dell’impianto coperto polivalente, sempre nell’area di via Giotto: “Un progetto realizzato per bene poteva andare a completare il quadro nella zona IACP, affiancando il restyling del campo di calcio a 11 alla costruzione dell’impianto coperto polivalente, che sarà edificato affianco, in quella area laterale dove erano stati installati ed ora rimossi i famosi campetti di calcio a 5 abusivi. Tale bando non andava a cozzare con l’impianto principe, qual è l’impianto di calcio a 11, anzi si sarebbe trattato di due interventi paralleli che avrebbero creato un luogo sportivo a 360%. A quell’intervento pubblico per l’impianto polivalente, lanciato dalle vecchie amministrazioni, si sarebbe aggiunto un altro piano che poteva sanare e risanare gli squilibri sociali che abbiamo a Santa Maria Capua Vetere riguardo gli impianti sportivi. Corriamo il rischio di trovarci con l’installazione dell’impianto polivalente coperto, mentre a distanza di pochi metri, esiste una struttura completamente fatiscente. Addirittura, in un sol colpo, Santa Maria Capua Vetere si sarebbe trovata con un’opera completa, da far invidia a tutta la provincia, che rendeva agibile l’intera struttura di via Giotto”.
BANDO SOTTOVALUTATO. Quindi l’affondo finale di Francesco Rosario Di Nardo che, con una serie di osservazioni precise, smonta quasi totalmente le illusioni di vincere un bando, preferendo la verità alla visibilità: “Io penso che l’Amministrazione abbia sottovalutato l’importanza di questo bando, a cui si è partecipato come si partecipa a tutti i bandi: in maniera molto superficiale. Forse non ha studiato od ha sottovalutato gli interi requisiti che chiede il CONI. Mi auguro che venga presa in considerazione, non so per quale motivo, dal comitato tecnico e scientifico che si riunirà per valutare le proposte ma ho questi dubbi perché tutti i requisiti che il CONI esplica nella nota chiarificatrice dell’8 novembre non li abbiamo rispettati. Per di più presentiamo solo il progetto di fattibilità tecnica, rispetto ad una valutazione della proposta. Mi auguro” – conclude il consigliere – “che non sia stato solo fumo negli occhi. I sammaritani meritano, e lo dico da innamorato di questa città, serietà in ogni intervento che l’Amministrazione è tenuto a fare. Sarebbe un bluff assurdo nei confronti dei cittadini sammaritani e degli sportivi che tanto amano la città, l’impiantistica sportiva ed il Gladiator che per anni ha militato e continuerà a militare in quell’impianto”.