MADDALONI – Quando hai un padre che, con umiltà e sacrifici, si è costruito una carriera di degno rispetto, non puoi che prendere spunto da quelle peculiarità e farle tue, tenerle impresse nella mente e rispecchiarle in campo ogni volta che ti allacci le scarpette, baci con la mano il terreno di gioco ed accarezzi il pallone. Nel caso di Matteo Bellopede questo discorso non fa una piega, poiché sin da quando ha iniziato a cimentarsi nello sport più bello del mondo, ha sempre preso suo padre come riferimento, come idolo, come mito nel caso da imitare. Tentando l’impresa di ripetere, eguagliare e nel caso andare oltre le gesta di un calciatore, Antonio Bellopede, che tra il 1974 ed il 1989, ha giocato tra la Serie B e la Serie C2 con le maglie di Messina, Arezzo, Voghera, Savoia, Sorrento, Pro Vercelli, perdendo il treno per la Roma solo a causa di uno sfortunato infortunio nel momento clou della sua carriera.
FIGLIO D’ARTE. Un libero vecchio stampo, ruolo oramai dimenticato ma che ha fatto le fortune di allenatori come Nereo Rocco ed Helenio Herrera. Un difensore elegante ed all’occorrenza anche rude, in un ruolo che fu reso celebre da Franz Beckenbauer e dal compianto Gaetano Scirea. Antonio Bellopede da Sparanise è indimenticato ancora tutt’oggi dai tifosi del Messina che ne ricordano la sua fase difensiva sempre impeccabile, garantendo quella tranquillità che pochi al vecchio stadio “Celeste” sono riusciti a trasmettere alla piazza. Tanti gli aneddoti legati al passato del libero classe ’56, tra sei giorni sessantunenne, che è ricordato anche per un famoso schiaffo dato ad un giovane Totò Schillaci in veste proprio di padre calcistico. Servirono infatti le maniere forti dell’allora leader peloritano per frenare l’impeto del futuro campione azzurro che, dopo essere stato ammonito, stava rischiando di subire il cartellino rosso in una gara di campionato. Un gesto che ancora oggi Totò ricorda con affetto, in un discorso di crescita che poi lo ha portato alla Juventus ed ad un ruolo da sogno nel Mondiale di Italia 1990.
PRIMATO IN DIFESA. Il giovane Matteo, che il 25 novembre ha compiuto diciotto anni, conosce a memoria la storia del padre e da lì è partito il suo amore per il calcio. Nato nel 1999 a Caserta ma da sempre residente a Sparanise, il figlio d’arte ha il ruolo di difensore nel dna e sin da piccolo ha sempre giocato lì dove il padre è divenuto famoso. Non nel ruolo di libero, perché ora è una bestemmia per gli allenatori pronunciare quella mansione obsoleta, bensì nel ruolo di difensore centrale. E manco a farlo apposta, nell’attuale esperienza a Maddaloni, può godere dei consigli di un altro calciatore di spessore della nostra terra, quel Vittorio Gargiulo che, come eleganza e personalità non è secondo a nessuno, partendo dalla Casertana ed arrivando fino alla Serie B con il Siena ed il Portogruaro Summaga, in Serie C1 e C2 con Frosinone, Reggiana, Teramo, Gela, Brescello ed Isernia. Insieme a Vittorio Gargiulo, al fortissimo portiere Tommaso Merola, a Raffaele Pucino, all’adattato Vincenzo De Rosa, ad Antonio Piccirillo, a Matteo Blandolino ed al nuovo acquisto Luca Viglietti forma il miglior reparto difensivo del girone A di Eccellenza che in tredici gare ha subito dieci reti: un primato che la Maddalonese condivide con Savoia e Casoria. Prestazioni sempre positive che gli sono valse l’attenzione della rubrica della nostra testata, “PICCOLE CANAGLIE”, dedicata ai talenti emergenti delle compagini dilettantistiche casertane.
AD ASCOLI. La maglia granata è l’esperienza ultima di una vita calcistica iniziata a cinque anni, quando inizia a giocare a calcio con la scuola calcio di paese della Virtus Fiorente Sparanise. Fa la trafila con Primi Calci, Pulcini, Esordienti e Giovanissimi Provinciali, con cui vince il campionato. Si trasferisce a Carinola per disputare gli Allievi Regionali e poi viene prelevato dall’Ascoli. Con i marchigiani gioca un anno e mezzo tra Allievi Nazionali e diverse convocazioni in Primavera. Un’esperienza molto formativa per lui che racconta: “Per la prima volta lontano da casa, in convitto, è stata un’avventura importante che mi ha fatto crescere. Ho affrontato realtà di altro livello come Roma, Napoli e Palermo, godendo degli insegnamenti di Luciano Cerasi, allenatore degli Allievi nazionali che è stato un secondo padre per me. Capiva le nostre difficoltà e ci ha permesso di crescere calcisticamente. L’emozione più bella della mia carriera è stato l’arrivo per la prima volta allo stadio “Del Duca”, per svolgere l’allenamento con la prima squadra, quando allora giocavano Andrea Petagna e Luca Antonini. Senza dimenticare le partitine da avversario e da compagno di squadra con un futuro campione di cui si parla tanto, Riccardo Orsolini”.
TESTA SULLE SPALLE. Dopo la fine dell’avventura con il Picchio nel dicembre 2016, Bellopede gioca con il Venafro in Eccellenza molisana e ad ottobre arriva quasi per caso il suo approdo alla Maddalonese della famiglia Aveta, entrando da subito nel cuore del tecnico Giovanni Sannazzaro e del ds Nicola Amoriello. Matteo ha conquistato la maglia da titolare e fino ad ora ha raccolto 11 presenze tra campionato e Coppa Italia, trovandosi perfettamente nella piazza calatina: “Appena sono arrivato ad ottobre, per prima cosa ho cercato di verificare la società come ragiona, come si comporta e vedere le persone che sono dentro lo spogliatoio. Per fare un buon calcio, bisogna avere delle persone che ti aiutano e che credono in te, invece è brutto dove c’è invidia. A due mesi dal mio avvento, posso dire che siamo oramai una grande famiglia, ci vogliamo bene gli uni con gli altri ed abbiamo stretto un buon rapporto con la società piena di persone squisite. L’allenatore Giovanni Sannazzaro già l’avevo conosciuto quando disputai uno stage con la Berretti della Casertana. Mi fa piacere averlo ritrovato a Maddaloni, sapevo che dà spazio ai giovani che meritano ed io sono molto contento, ma prima di tutto devo ripagare la fiducia con le prestazioni”.
Parole di grande personalità per un fresco diciottenne che ha già la testa sulle spalle e che sogna in grande, con l’idolo del papà che lo accompagnerà per tutta la vita.
LE PRECEDENTI PUNTATE DELLA RUBRICA “PICCOLE CANAGLIE”
LEGGI QUI LA PRIMA PUNTATA DEDICATA A CARMINE PASQUARIELLO DELL’HERMES CASAGIOVE
LEGGI QUI LA SECONDA PUNTATA DEDICATA AD ANTONIO FILHO DE SIMONE DELL’ALBANOVA
LEGGI QUI LA TERZA PUNTATA DEDICATA A LUCA VITALE DEL MARCIANISE
LEGGI QUI LA QUARTA PUNTATA DEDICATA AD ANTONIO DI LANNA DELLA SESSANA
LEGGI QUI LA QUINTA PUNTATA DEDICATA AD ANDREA MAISTO DELLA VIRTUS LIBURIA
LEGGI QUI LA SESTA PUNTATA DEDICATA A GIOVANNI FEDERICO DEL MONDRAGONE
LEGGI QUI LA SETTIMA PUNTATA DEDICATA A MATTIA LAUROPOLI DEL MONDRAGONE