A campionato iniziato, la famiglia dello Spartacus RSC continua ad arricchirsi di nuovi elementi. Oltre agli esordienti già conosciuti nelle precedenti partite, oggi la società sportiva di casa a San Nicola la Strada ha presentato il giovane Giuseppe Ascione come suo ‘numero 10’, mediano di apertura.
Abbiamo rivolto a Giuseppe qualche domanda per conoscerlo meglio, scoprendo in effetti che non è certo un novellino nel mondo della palla ovale. Appena diciannovenne, infatti, conta svariate presenze in categoria Elite, ha partecipato alle finali nazionali di campionato con L’Amatori Napoli U18, ha giocato 2 anni da titolare in Accademia federale, anticamera della squadra nazionale.
Quando e come ti sei avvicinato a questo sport?
Ho iniziato quando, avevo 8 anni. Ho partecipato al progetto scuola che quell’anno era seguito dal Rugby Clan SMCV. Il mio primo allenatore è stato Francesco di Rienzo, lui partecipava al progetto e veniva nella scuola elementare che frequentavo, a lui devo la mia passione.
Sei giovanissimo e hai già giocato in squadre di una certa importanza. La tua scalata sembrava inarrestabile, cosa ha bloccato questa ascesa?
Il problema è sorto quando mi arrivò la richiesta da parte dell’Accademia di Benevento, di entrare nella loro squadra. La società che quell’anno aveva il mio cartellino in risposta mandò una richiesta economica eccessiva e fuori luogo per liberarmi, costringendomi a stare fermo per più di un anno e bruciando, di fatto, la mia carriera come giocatore professionista.
Ora che sei libero di poter giocare dove vuoi, come mai hai scelto di giocare in una squadra che partecipa ad un campionato di serie C2?
Ho scelto di studiare, ho superato i test di ingresso per l’università di ingegneria aerospaziale ed inizio i corsi quest’anno. È un corso di studi abbastanza impegnativo, mi lascia poco tempo da dedicare allo sport. Inoltre, ho visto in questa squadra quello che penso dovrebbero avere tutte le squadre di rugby, la voglia di crescere, di mettersi in gioco, di stare insieme e di condividere la stessa passione. Mi piace la loro mentalità e la loro filosofia, il fatto che si sentono più come una famiglia che come delle persone che praticano lo stesso sport.
Ultima domanda, la più importante: cosa vuol dire per te giocare a rugby?
Per me giocare a rugby significa divertirsi prima di tutto. Condividere esperienze con altre persone, ponendosi gli stessi obiettivi e mettendocela tutta per raggiungerli.
Valentina Noemi Cassino
Addetto Stampa Spartacus RSC