La Scuola Calcio più antica e conosciuta di Caserta non si è mai fermata e in queste settimane sta continuando a lavorare per organizzare la nuova stagione calcistica e preparare al meglio la riapertura, fissata per il prossimo 4 settembre.
Da sempre accanto ai bisogni e alle necessità delle famiglie – che in loro ripongono piena fiducia – anche per l’anno 2017/2018 Responsabile, Presidente e Mister della Nino Gravina stanno mettendo a punto una formula studiata ad hoc per soddisfare i bisogni dei propri iscritti e garantire prima di tutto una crescita sana e armoniosa dei piccoli allievi.
«Sono sincera: sano agonismo, motivazione e aspirazioni non sono mai mancati e non mancheranno nemmeno stavolta – spiega la Responsabile Donatella Acierno – ma al primo posto nella scala dei nostri valori continuano a regnare fair play, collaborazione, lavoro di squadra ed educazione. Oggi più che mai un genitore che– nonostante i tanti impegni e i ritmi frenetici – decide di affidarci il proprio figlio e di iscriverlo alla scuola calcio lo fa per vederlo crescere felice, per consentirgli di rilassarsi e divertirsi dopo le ore trascorse tra i banchi di scuola. In questi 30 anni abbiamo sempre cercato di affiancare la scuola nel suo ruolo di educatrice e guida e – senza voler peccare di presunzione – credo che i risultati si siano visti e che se siamo riusciti a resistere, anno dopo anno, è perché abbiamo sempre cercato di dare il meglio e di mettere al centro delle nostre priorità allievi e famiglie. Anche quest’anno – conclude – ci impegneremo per raggiungere ottimi risultati ma soprattutto per offrire un ambiente sereno nel quale i bambini potranno divertirsi in modo sano e sicuro, nel rispetto delle regole e degli altri. Continueremo a dare il massimo affinché la Nino Gravina sia una palestra di vita».
«In molti continuano a chiedermi perché spendo soldi per far andare a Scuola Calcio mio figlio – racconta una mamma che ha appena rinnovato l’iscrizione del figlio alla Scuola Calcio Nino Gravina -. Beh, riflettendoci bene, una risposta me la sono data. Non pago perché mio figlio giochi a calcio. Personalmente non ne capisco. Pago in modo che mio figlio impari ad essere disciplinato, impari a curare il suo corpo e la sua mente; perché impari a “lavorare” con gli altri, a gestire la delusione quando non ottiene ciò che si aspettava e capisca che deve sforzarsi di più. Pago in modo che mio figlio superi gli ostacoli della vita e impari a raggiungere tutti i suoi obiettivi. Pago per vederlo un giorno imparare ad essere umile nella vittoria e nella sconfitta… Per essere breve: pago per le opportunità che la Nino Gravina e questo sport offrono a mio figlio, in modo che i valori che vogliamo insegnargli a casa siano rafforzati e lo accompagnino per tutta la vita».