SANTA MARIA CAPUA VETERE – I granelli di sabbia scorrono giù nella clessidra del tempo. Da ieri sera è partito ufficialmente il conto alla rovescia per la formalizzazione della trattativa di acquisizione del titolo di Serie D del Gladiator da parte di Pasquale Corvino. L’attuale numero uno della Real Albanova ed ex socio e presidente della Casertana è già d’accordo con Raffaele D’Anna ed ora sta espletando tutte le questioni burocratiche per il rilevamento del sodalizio neroazzurro ed il conseguente trasferimento a Casal di Principe, luogo di nascita di Corvino. Ma allo stesso tempo, l’imprenditore casertano ha concesso un’ultima chance ai sammaritani.
Nell’intervista in esclusiva della nostra redazione, egli ha detto che, se in questa settimana uscisse allo scoperto una figura sammaritana dotata della disponibilità economica necessaria ad acquisire il Gladiator, si farà da parte e lascerà il titolo di Serie D nella città dell’Anfiteatro. Appare sinceramente strano che, ad un passo dal “closing”, Corvino abbia lasciato la porta aperta. Tale frase suona meglio, con l’input della famiglia D’Anna che se ne vuole uscire pulita dalla cessione, come l’ennesima provocazione all’inconsistenza dell’imprenditoria sammaritana che, dunque, ha la possibilità di evitare la fuga del club da Santa Maria Capua Vetere, unica città di cui il Gladiator è patrimonio inestimabile, per blasone, storia e tifo.
Partendo dal presupposto che crediamo in parte alla promessa fatta da Pasquale Corvino, gli imprenditori sammaritani che in questa annata si sono resi protagonisti delle vicende calcistiche, ci riferiamo a Giacomo De Felice, Angelo Chiodero, Rosario Lebbioli, Pasquale Lista, Luisa Colandrea e Rosario Capitelli (in qualità di consulente del gruppo Martino Pubblicità), hanno il sacrosanto dovere di provare fino all’ultimo secondo di scervellarsi e trovare persone nuove. Figure di cui ci si può fidare e che i conti in banca li vedono schizzare alle stelle con i propri soldi (a Santa Maria Capua Vetere ce ne sono eccome ma a quanto pare non sono innamorate del caro vecchio Gladiator), disposte a sorprendere Corvino e la famiglia D’Anna, i quali non stanno aspettando altro che l’ennesima provocazione all’inconsistenza sammaritana sia andata nulla. E per cortesia, non richiamate in causa il buon geometra Gaetano Signore, la tifoseria sammaritana è stufa dei continui dietrofront e non ne può più di essere derisa da tutta la provincia.
Sette giorni, anzi ora sono sei giorni a disposizione per mostrare a Corvino ed alla famiglia D’Anna che l’unità di intenti di “un solo e riunito gruppo sammaritano” trovi sponda nel budget di quello che definiremmo “il salvatore della Patria”. Se a Santa Maria Capua Vetere costui non ha alcuna intenzione di impelagarsi nella questione calcistica e gli imprenditori sammaritani succitati non garantiscono, da soli, la disponibilità economica per tenere a galla il Gladiator, la triste ma dura realtà è una ed incontrovertibile: Santa Maria Capua Vetere non ha la forza, in questo determinato momento storico, di sostenere i costi e le spese di un titolo nazionale come la Serie D.
Se tra sei giorni, giovedì per l’appunto, nessuno avrà risposto alla promessa di Corvino, vuol dire che il Gladiator è bene che torni a disputare categorie inferiori. Per importanza e costi, l’Eccellenza sembra la categoria più adatta alla fruibilità da parte dei sammaritani che, dopo le esperienze Luce, Ongari e D’Anna, avrebbero l’opportunità di dimostrare il proprio valore, liberi da dispotismi esterni. Di fatti come ha riferito qualche ora fa, l’imprenditore casertano preferirebbe lasciare l’attuale titolo di Eccellenza della Real Albanova ai sammaritani. Un ritorno al passato per quel titolo che Ciro Ongari portò via un anno fa e che, a livello burocratico, si chiama ancora A.S.D. Gladiator 1924. Una possibilità, quella di ritornare in Eccellenza, che fa arrabbiare i tifosi sammaritani per il passo indietro da una categoria Interregionale ad una regionale, ma questo è quello che passa il convento, a meno che il famoso “salvatore della Patria” esca allo scoperto.
Ed infine c’è un aspetto da non sottovalutare. L’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Antonio Mirra cosa ne pensa della nuova “fuga” del Gladiator da Santa Maria Capua Vetere? Il 13 luglio scorso il primo cittadino e la vecchia vicesindaco Assunta Amelio confermarono, con la presenza e con le parole, il proprio sostegno al Gladiator, nella presentazione ufficiale al Salone degli Specchi, al Teatro Garibaldi. Nell’arco dell’anno, tranne che per qualche foto e qualche t-shirt con il proprio nome, il sindaco Antonio Mirra è letteralmente scomparso dai radar. E non è una favola che abbia tolto il disturbo dopo le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex presidente Giovanni Morico. Ora Mirra, per il prestigioso ruolo che ricopre, non può nascondersi ancora. Non può latitare, perché c’è una vicenda su cui far luce, la questione stadio e le “famose” tribune prefabbricate che qualcuno già promette di smontare e portare via, così da rendere inagibile il “Mario Piccirillo”.
Quindi, se un orgoglio sammaritano esiste ancora, è il tempo che qualcuno lo esibisca e chiami gli altri dietro al proprio vessillo per la “rivoluzione neroazzurra”. Ma non per fini pubblicitari. Bensì per compiere azioni concrete per trattenere il Gladiator a Santa Maria Capua Vetere. Questa è l’unica cosa che conta. Per chi ha creduto ai proclami estivi. Per chi ha contribuito con le proprie risorse. Per chi tiene al Gladiator più che alla propria famiglia. Per chi si è sobbarcato trasferte dispendiose in tutt’Italia per sventolare, dovunque e sempre, la bandiera dei gladiatori.