SANTA MARIA CAPUA VETERE – Teore Grimaldi si gode la grande prestazione dei suoi ragazzi. Il Gladiator ha inscenato un vero e proprio capolavoro, al cospetto della Cavese, ed ha scritto nella storia una delle più belle pagine di questa travagliata stagione agonistica: “Immenso è l’aggettivo giusto per identificare la prestazione del Gladiator domenica. Trovare le motivazioni dovrebbe essere di routine, ma non è facile. Ho rispolverato gente che ha giocato poco ma, chiamata in causa, ha messo applicazione, sacrificio, voglia di vincere contro la Cavese, squadra blasonata, forte, piazzata ai quartieri alti. E’ stata una grande prova sotto tutti i punti di vista. L’unico piccolo rammarico è legato al fatto che, se non avessimo perso tempo per strada per vicende extracalcistiche, ci saremmo tolti qualche soddisfazione in più”.
LA CORRETTEZZA. In un calcio che è sempre più malato, la correttezza e la professionalità del Gladiator sono un esempio positivo in un rush finale che molte volte regala episodi deplorevoli: “Penso che al di là del regolamento, bisogna essere professionali e professionisti. Bisogna dare un senso a quello che si fa, è giusto che partite del genere ti danno quello stimolo in più per fare bene. Il mio Gladiator non muore mai e trova sempre le giuste motivazioni, all’interno di un girone di ritorno importante. E per di più mi piace sottolineare l’importanza di non subire reti contro una squadra che annovera giocatori prolifici. A Frattamaggiore, è vero che abbiamo subito tre goal, ma tutti su palla inattiva, invece su azione non abbiamo subito goal”.
IL LEGAME CON LA SQUADRA. Al triplice fischio lo stratega di Frattamaggiore è stato preso in braccio dai suoi giocatori. Un legame inscindibile che conferma l’ottimo rapporto che si è instaurato tra allenatore e calciatori: “Penso che la stima sia reciproca. Quando rispetti le persone, è giusto che s’è creato un feeling, un’unità d’intenti affinché potessimo raggiungere risultati importanti per gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E’ un rapporto leale, corretto che io instauro con tutti. Sono un tipo che non le manda a dire. I ragazzi hanno capito come sono fatto, da parte mia mi sono adeguato a tanti di loro, perché è logico che ti devi confrontare, interfacciare con un gruppo intero. Quest’anno ho trovato un gruppo di bravi ragazzi che mi hanno garantito quel “quid” in più per trovare risultati importanti come il successo sulla Cavese”.