E’ successo di tutto in questi giorni a Pezza delle Noci. La bruciante sconfitta casalinga con Cantù, la decima nelle ultime dodici sfide, la conferma di Sandro Dell’Agnello e l’addio di Edgar Sosa. Un romanzo durato tre giorni dopo veramente è successo tutto ed il contrario di tutto. Tre giorni che hanno stravolto parecchi equilibri
LA PARTITA. Un film già visto: Cantù passa con merito, JJ Johnson è il principale artefice di questo colpaccio e la Juve si interroga su quanto proposto. Ovvero veramente poco. Pochi hanno salvato la faccia, tanti sono scomparsi, il gioco è andato troppo a corrente alternata per poter sperare di vincere. Una situazione paradossale dove il Palamaggiò è diventato territorio di conquista per tutti. E poi i tifosi: non so come facciano a mantenere questo stile british. Veramente encomiabili.
DELL’AGNELLO. Tutti si aspettavano l’esonero, la squadra ha fatto quadrato e scongiurato questa eventualità. Il coach si è preso le sue responsabilità dopo la sconfitta e questo gli fa onore: adesso deve trovare la chiave per raddrizzare la barca visto che Iavazzi gli ha dato la fiducia fino al termine della stagione. L’unica pressione, dunque, sarà quella dei risultati… quella dell’esonero non c’è più. Bisogna cambiare rotta coach, bisogna risvegliare il gruppo.
SOSA. Va via, probabilmente, per accettare una proposta arrivata dal Libano. Va via e la piazza si spacca: molti attaccano il club perché vedono il roster perdere un pezzo pesante, altri sono contenti e applaudono davanti all’addio. Il dito medio è ancora vivo negli occhi di molti, le sue forzature anche, ma questo giocatore ha fatto parecchio; tante volte ha preso tutto sulle sue spalle, sopperendo alla ‘sponda’ dei compagni. Adesso, per alcuni, non c’è più l’alibi.
VERITA’. Se tutte le scelte fatte sono giuste lo dirà solamente il parquet, giudice supremo. Da fuori è tutto molto particolare: la squadra si è schierata col coach e questo, almeno, dovrebbe garantire il massimo impegno generale. L’addio di Sosa toglie ai bianconeri un giocatore da 19 punti, 6 assist e 17 di valutazione. Un fardello che, piaccia o meno, è veramente pesante. Adesso c’è bisogno di fare quadrato: la salvezza è a portata di mano, c’è un bel gruzzolo da conservare ma bisogna stare attenti. E calmi.