La Juvecaserta riesce a rivitalizzare una Varese in piena crisi regalando due punti pesantissimi in casa. Sembrava il remake della sconfitta con Pesaro ma, stavolta, i bianconeri hanno fatto anche peggio: neanche le bastonate di Brindisi e Sassari sono state più amare. Oggettivamente erano due punti in saccoccia e la partenza positiva lasciava presagire una tranquilla domenica di basket. E’ diventata una Caporetto contro una formazione in palese difficoltà e che ha anche provato a dare una mano alla Juve non piazzando mai il colpo del ko. Male tutti, salvo solo Putney, dalla peggiore sconfitta dell’anno. Vinci a Reggio, perdi in casa con Varese: siamo sulle montagne russe.
IL GESTO DI SOSA. Troppo chiaro e palese per non essere criticato. Perché, onestamente, non c’è nulla da giustificare per un simile episodio. Al netto che, sicuramente, bersagliare solo Sosa nel primo tempo è stato quantomeno ingeneroso, ma oltre i fischi non si è mai andati. Nessun cenno di isterismo dalle tribune, solo una pioggia di fischi. E Sosa ha reagito come peggio non poteva alzando un medio. Le scuse sono logicamente accettate e si chiude il capitolo senza ulteriori strascichi. Anzi una cosa va detta: complimenti a Iavazzi per la gestione del fattaccio. Il suo andare sotto la tribuna nell’intervallo vuol dire essere presente sul ‘pezzo’. Così come multare il giocatore.
PANCHINA LUNGA. Dell’Agnello ha cercato di distribuire al meglio il minutaggio ma qualche errore è stato commesso. Tutti, compresi noi in zona stampa, non hanno compreso quel doppio cambio Putney-Watt sul finire terzo periodo con l’inerzia a favore. Ovvio, mancava ancora una vita e la Juve non l’ha persa lì, ma era solo un episodio a margine di una gestione difficoltosa. Capita, guardiamo avanti. Certo che la vita è strana: una volta tanto che hai tutta la squadra a disposizione (seppur con qualche piccolo problema) non riesci a trovare la quadra.
VERITA’. E’ il secondo stop casalingo inopinato: uno può succedere, due è troppo anche perché resto convinto che Caserta sia superiore a Pesaro e Varese. La zona playoff è sempre a portata di mano, ci mancherebbe, e gli acquisti di Johnson e Diawara sono un segnale chiarissimo lanciato da Iavazzi: bisogna centrare la post season. Se l’unico obiettivo restava la salvezza si poteva comodamente andare avanti con Jackson e Metreveli; aver fatto quei due acquisti ha alzato l’asticella. E la Juve può farcela.