E’ stato un grande fantasista, ha ammirato Maradona conquistando lo scudetto del Napoli nell’86. Oggi Ciro Muro è un allenatore di calcio e i primi passi li mosse proprio a Caserta. Il doppio ex di Taranto-Casertana ricorda proprio quell’esperienza del ’98-’99. “Mi chiesero di allenare e giocare e non mi tirai indietro. Il presidente dell’epoca, Walter Tilli, provò a convincermi che potevo raggiungere buoni risultati continuando ad allenare, ma avevo ancora voglia di stare in campo e preferì non accettare. Fu un rimpianto perché poi le cose non andarono come speravamo”. A Taranto firmò la salvezza del ’92 dopo lo spareggio vinto contro la Casertana. “Una partita indimenticabile, incredibilmente intensa. Fu un tempo per uno. Noi nel primo segnammo con Turrini, loro attaccarono dal primo minuto della ripresa e pareggiarono con un gran gol di Carbone. Poi al supplementare la spuntammo grazie a Fresta. Ma fu davvero una partita molto sentita e non avemmo neppure la forza di festeggiare in campo per rispetto dei nostri avversari”. Fu l’inizio della fine per la Casertana che l’anno dopo sparì dal calcio professionistico. A distanza di tanti anni le due compagini si affrontano in un campionato di Lega Pro, la vecchia serie C che evoca sempre gran bei ricordi. “Caserta è una piazza molto calda ed esigente. Ci sono stato volentieri un anno e quando sono tornato per guardare le partite ho sempre notato la gran voglia di vincere dei tifosi. Sinceramente sono due piazze che potrebbero tranquillamente militare in serie B ed è questo il mio augurio. Indipendentemente da come andrà sabato, spero di rincontrarle presto in cadetteria o che almeno possano lottare per la promozione”.